Incendio a Narni, carabinieri forestali chiudono il cerchio: cosa è successo

I militari hanno individuato il presunto responsabile: tutto nato da un malfunzionamento dell’impianto frenante di una mietitrebbia. Bruciati venti ettari

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Il malfunzionamento dell’impianto frenante di una mietitrebbia come causa di origine colposa. Questa l’ipotesi principale per il maxi incendio che ha coinvolto circa venti ettari di area in zona Capitone, a Narni: i carabinieri forestali hanno individuato il presunto responsabile dopo le indagini degli ultimi giorni.

IL VASTO INCENDIO IN ZONA CAPITONE: LUNGO LAVORO PER TUTTI

Le fiamme ed i problemi

I carabinieri forestali si sono attivati fin da subito per la sicurezza di aree e persone, quindi il lavoro investigativo per tentare di capire cosa fosse successo e risalire al luogo esatto dove c’è stato l’innesco. «Nella serata di lunedì – spiegano i militari – è stato individuato il responsabile dell’incendio di Narni; le cause di origine colpose si ipotizza essere legate ad un malfunzionamento dell’impianto frenante di una mietitrebbia. L’incendio una volta innescato si è propagato velocemente favorito dalle condizioni climatiche e metereologiche». Al fine di evitare questi rischi, si richiede – il consiglio – «di fare particolare attenzione all’utilizzo dei macchinari all’aperto oltre all’accensione diretta di fuochi comunque vietata in questo periodo dell’anno».

Foto Prociv Collescipoli

Gli incendi nel Ternano

I forestali sottolineano che da inizio 2022 sono oltre 200 gli ettari andati in fumo. «Nel mese di giugno, invece, è emersa un’elevata suscettibilità degli incendi nel territorio ternano; dei 22 incendi registrati negli ultimi giorni ben 15 hanno riguardato la provincia di Terni». La stima per Narni è di territorio bruciato per circa venti ettari, la metà dei quali riguarda terreni seminativi: «Nei prossimi giorni verrà eseguita la perimetrazione esatta delle aree percorse dal fuoco per alimentare il catasto incendi presente in ogni Comune. Con il lavoro di perimetrazione, compito affidato ai carabinieri forestali, verranno individuate le aree boschive dove ricadranno per legge i vincoli previsti: 15 anni per il cambio di destinazione, 10 anni per la realizzazione di edifici e 10 anni per divieto di pascolo e caccia in tutta l’area percorsa dal fuoco», chiudono i militari.

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