Incidenti in Umbria: Istat dà i numeri

Cifre, tabelle, grafici, percentuali dicono ciò che già sapevamo: la situazione migliora ma non è soddisfacente. L’allarme del Colonnello Morra: «Ho visto cose…»

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di P.C.

Numeri, grafici, tabelle, confronti. Cifre secche e in percentuale. Dati aggregati e disaggregati. Enunciati per luogo, per giorno della settimana (addirittura per ora del giorno), per tipologia di veicolo, per età dei conducenti. Un profluvio di informazioni si è riversato sui presenti nel corso della conferenza di presentazione dei dati Aci e Istat sugli incidenti stradali in Umbria nell’anno 2016.

Ruggero Campi (Aci) e Sabrina Angiona (Istat) presentano i dati sugli incidenti in Umbria nel 2016

Un momento della presentazione

La presentazione Tanti dati, forse troppi, in quella che in certi momenti è sembrata più una lezione di statistica – condotta dall’impeccabile Sabrina Angiona di Istat – che una conferenza stampa di fine anno. Per elaborare una tale massa di dati ci vuole tempo e infatti le cifre presentate si riferiscono non all’anno che si avvia alla conclusione ma a quello precedente, il 2016, confrontato sia con il 2015 sia con il 2010, preso come anno di riferimento anche dall’Unione Europea per giungere agli obiettivi di abbattimento della mortalità stradale entro il 2020. Intanto, a conferenza in corso, sono arrivati – pubblicati sul sito dell’Istat – anche i dati (non confortanti) del 2017, ma solo su base nazionale. A breve, probabilmente già a gennaio, come già lo scorso anno, arriveranno invece i dati della Polizia Stradale.

TUTTI I DATI SUL 2016 DI ACI E ISTAT – DOCUMENTI

Numeri: un mezzo, non un fine Per carità, la statistica è importante: dai numeri si parte per analizzare la realtà e per attuare politiche di contrasto a certi fenomeni, ma quando si indugia troppo nell’esposizione si rischia di trasformare un’utile supporto pragmatico in un mero esercizio accademico, che rischia di essere ridondante, di annoiare, di confermare l’ovvio (tipo che in autostrada si muore di più che sulle strade urbane) e lasciare poco spazio ai casi concreti, ai problemi da risolvere, da sottoporre a chi di dovere. E infatti l’assessore regionale Giuseppe Chianella, dopo il saluto (in cui ha ricordato l’istituzione del Tavolo regionale per la sicurezza stradale, presto trasformato in consulta), anziché ascoltare i dati (che sicuramente avrà già sulla scrivania) si è allontanato, chiamato da altri impegni istituzionali, risparmiandosi l’onda anomala di cifre e grafici che si è riversata nella sala Fiume di Palazzo Donini. In prima fila fino alla fine rappresentanti dell’arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza, dell’automobile club di Terni, insieme al presidente di guida Aci service Marcello Carattoli.

CAMPI (ACI): APPELLO ALLA POLITICA, AI PRODUTTORI E AGLI AUTOMOBILISTI – INTERVISTA

Forze dell’ordine in platea

In sintesi I dati (se volete divertirvi ad analizzarli, li trovate nella sezione documenti) dicono che in Umbria aumentano gli incidenti stradali, ma si dimezzano i morti. Dati positivi che – dice Aci – si spera non vengano vanificati dalla stima preliminare del primo semestre 2017 che invece, a livello nazionale, vede purtroppo un nuovo incremento di decessi sulle strade, come anticipato a umbriaOn dal presidente dell’Aci di Perugia Ruggero Campi, bravo a sintetizzare in due parole il messaggio da lanciare, dopo tutti quei numeri: «Gli automobilisti non devono essere distratti, le istituzioni devono mettere a posto le strade che ancora sono pericolose, le case produttrici devono fare in modo che le nuove applicazioni tecnologiche (su smartphone e nelle auto) non distolgano il guidatore dalla strada».

Morra: «Ho visto cose…» Proprio su questo aspetto, è stato lampante l’intervento del colonnello dei Carabinieri Antonio Morra che forse senza volerlo cita un film quando sottolinea i casi più eclatanti con cui lui e i suoi uomini hanno avuto a che fare nelle operazioni di prevenzione sulle strade del perugino: «Ho visto cose – ha detto dalla platea – che voi non potete immaginare; ormai il problema non è nemmeno quello del parlare al telefono, ora gli automobilisti chattano, stanno sui social, guardano le previsioni del tempo, il tutto mentre dovrebbero pensare solo a guidare».

«Dopo è troppo tardi» Poi il momento più toccante: «Si pensa sempre che certe cose capitino agli altri – aggiunge Morra – ho constatato personalmente che gli automobilisti non si rendono conto del danno che possono provocare a causa della loro distrazione alla guida. Solo dopo l’incidente si accorgono del dramma di aver ucciso un bambino che attraversava la strada o che era in un’altra auto perché magari guardavano il cellulare anziché la strada. E a quel punto scoppiano in lacrime, ma è troppo tardi».

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