Ingegneria a Terni: «Primato nazionale»

Primo corso triennale in convenzione con l’Ordine dei periti industriali. A Pentima si torna a parlare del progetto di riqualificazione, «ma servono le risorse»

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di Francesca Torricelli

Dal 2021 l’iscrizione ai Collegi professionali sarà possibile soltanto per coloro che sono in possesso di una laurea triennale. Questo richiede, quindi, una riorganizzazione dei percorsi formativi. Ingegneria industriale a Terni ha recentemente siglato una convenzione con Miur, Ministero della giustizia e Consiglio nazionale dei periti industriali, per l’attivazione di un semestre professionalizzante all’ultimo anno della laurea triennale. La nuova offerta didattica è stata presentata giovedì mattina a Pentima, sede del corso di laurea di Ingegneria industriale di Terni.

Primo a livello nazionale

«Il corso di laurea ternano, primo a livello nazionale in questa iniziativa – ha spiegato il professor Federico Rossi, presidente del corso di laurea in ingegneria industriale – amplia pertanto la propria offerta formativa con un percorso dal taglio professionale che vede il coinvolgimento diretto di aziende e studi tecnici. Il percorso permette l’iscrizione al Collegio dei periti industriali, maturando il tirocinio professionale obbligatorio durante il terzo anno di studi e di accedere direttamente all’esame di Stato per l’esercizio della professione subito dopo il conseguimento della laurea di primo livello». Secondo quanto prevede la convenzione nazionale per lo svolgimento del tirocinio «saranno riconosciuti fino a 30 crediti formativi universitari in conformità con il piano di studio. Il percorso è pensato per chi intende entrare subito nel mondo del lavoro ed è rivolto sia a studenti con diploma di perito industriale sia con altri diplomi».

Limitazioni e deficit

Negli ultimi 5 anni «il Polo di Terni ha visto un grande sviluppo, grazie ad un processo di internazionalizzazione, all’attivazione della laurea magistrale in economia circolare e a quella del dottorato in economia. Solo per citarne alcuni», è intervenuto Massimo Curini, direttore del Polo scientifico didattico di Terni. «Lavorando sul ternano ci siamo accorti, però, di quante fossero le limitazioni e i deficit su cui lavorare. A seguito di alcuni incontri con le istituzioni abbiamo elaborato un primo progetto di riqualificazione del Polo di Pentima che, a seguito di alcuni studi di fattibilità, è stato recentemente migliorato. L’ultimo ostacolo ora è il reperimento delle risorse per il quale è necessaria una costruttiva collaborazione tra Università e istituzioni, ma con il sostegno, ad esempio di Fondazione Carit e Confindustria».

Il Polo di Pentima

Il plesso architettonico di Pentima, ha raccontato Federico Rossi, «è sorto negli anni ’60, destinato all’Ancifap (Associazione nazionale centri Iri formazione addestramento professionale) per attività didattiche di formazione e riconversione di personale operaio, quadri intermedi e tecnici. Il complesso è situato a Pentima, in un contesto ambientale che, nonostante la prossimità delle Acciaierie preserva il suo carattere privilegiato. Nato come complesso a vocazione industriale, è costituito da edifici di diversa tipologia, dalle palazzine per uffici al massiccio blocco produttivo, collocati lungo il leggero declivio ad assecondarne le pendenze; tutt’intorno, un recinto vegetale isola e scherma gli edifici. Questa è la prima, ma fondamentale caratteristica del nuovo cluster scientifico-formativo: una cittadella per lo studio e l’apprendimento, distinta e distinguibile dalla città».

L’ipotesi di riqualificazione

Il presidente del corso di laurea in ingegneria industriale ha poi illustrato l’ipotesi di riqualificazione del Polo di Pentima che «mira a portare, come obiettivo principale, la luce all’interno del complesso. I mezzi che si intendono utilizzare sono essenzialmente due: il primo è l’utilizzo di corti interne, aperte rispettando l’attuale passo della struttura esistente. Il secondo, nei casi in cui non è possibile l’affaccio o verso l’esterno, o verso i nuovi cortili, consiste nell’apertura di coni che prendono luce dagli shed della copertura del complesso. All’interno dei cortili si andrà ad impiantare della nuova vegetazione e nello specifico tre tipologie di alberature, un Fico, un Ulivo e una Quercia». Il progetto prevede, «oltre all’aggiunta di nuove aule, anche la presenza di numerose zone studio che si dislocheranno all’interno della nuova Pentima. Si è cercato di dare identità agli ingressi aprendo degli spazi a doppia altezza e progettando una biblioteca che ha affaccio diretto su uno dei due accessi, connotandolo come il principale. La facciata è stata rivestita con vetro e lamiera così da mantenere lo stile che caratterizzava il polo di Pentima. Il carter in prospetto si snoda in delle pensiline che attraversano la via antistante il complesso, fino a piegarsi verso il muro di contenimento in fronte all’edificio». Infine, l’elemento di rottura «che spicca nella regolarità del progetto è costituito dall’aula magna. Una sfera geodetica in vetro e acciaio, incastrata all’interno tra due corti, nello specifico quella dell’Ulivo e della Quercia».

Le istituzioni

Per il sindaco di Terni Leonardo Latini, ospite alla presentazione, «il rapporto fra territorio, industria e università di ingegneria sembra scontato, ma non lo è. Per noi è essenziale che ci siano questi percorsi formativi professionali per la necessità di tenere sul territorio le nostre risorse. Eccellenze che permettono a terni di ripartire e l’università da risposte concrete in questo. Per quanto riguarda la riqualificazione del Polo, mi auguro che parta quanto prima». Secondo l’assessore alla scuola del Comune di Terni Valeria Alessandrini, «valorizzare il territorio partendo anche dall’università è di fondamentale importanza. È vero che valorizziamo l’università, ma allo stesso tempo possiamo valorizzare la nostra città. Ovviamente le problematiche sono tante e sono ben note, ma confermiamo l’interesse che abbiamo ad aiutare i nostri ragazzi affinché l’università ternana non si solo una speranza».

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