Investito, minaccia: accusato di estorsione

Terni, la curiosa vicenda di un 75enne ternano che dopo essere rimasto seriamente ferito, ha ‘ecceduto’ nei confronti dell’investitore

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Il reato contestato è ‘estorsione’ – con tanto di rinvio a giudizio – ma la vicenda sottostante, accaduta a Terni, è quantomeno curiosa.

L’11 maggio del 2017 un 75enne ternano, che procedeva in bici lungo la centralissima via Roma, era stato investito da un mezzo da lavoro, un furgone, condotto da un 45enne. Soccorso dal 118, l’anziano era stato condotto in ospedale in condizioni serie con diverse fratture e lesioni.

Multe su multe A seguito dei rilievi della polizia Locale di Terni, il 75enne – che avrebbe poi trascorso diverse settimane ricoverato in ospedale – era stato ‘colpito’ da ben cinque contravvvenzioni: per la mancata precedenza all’autocarro, per aver condotto una bici a pedalata assistita che (pur acquistata con quelle caratteristiche) si configurava come un ‘ciclomotore’, e quindi – a cascata – la mancanza di casco, patente e via dicendo.

Ferito ed anche ‘bastonato’ dal codice della strada, l’anziano si era visto pure negare, con una secca lettera da parte dell’assicurazione, qualsiasi possibilità di risarcimento per le vie brevi. Tanto da dover poi intentare una causa civile con richiesta di 80 mila euro di danni. Nel frattempo, di contro, il 45enne-investitore è stato citato a giudizio per lesioni colpose dal tribunale di Terni.

Le minacce via posta Sotto pressione per le ripetute ‘avversità’, l’anziano a un certo punto aveva deciso di prendere carta e penna, scrivendo una lettera – poi imbucata a mano nella cassetta dell’investitore – diretta a quest’ultimo e che più o meno recitava così: ‘Se non mi dai un cinquantino (50 mila euro, ndR) ti sparo’, ed altre minacce dello stesso tenore. Aggiungendo poi: ‘Se non vuoi parlare con me, puoi farlo con il mio avvocato che lavora pure il sabato’. Con tanto di telefono cellulare.

Denuncia e processo La controparte non aveva gradito, tanto da attivare tramite querela l’Arma dei carabinieri. Alla lettera si era aggiunta poi anche una telefonata in cui l’anziano, registrato, riconosceva di essere l’autore della missiva e rivendicava la somma. Per la procura un caso di ‘estorsione’ tout court. E per questo mercoledì il 75enne, difeso dall’avvocato Attilio Biancifiori, è starto rinviato a giudizio dal gup Simona Tordelli con udienza fissata per il prossimo 12 settembre di fronte al giudice monocratico. Per il legale difensore, il reato andrebbe quantomeno riqualificato in ‘esercizio arbitrario delle proprie ragioni’. Sarà questo uno dei temi del prossimo processo in cui il 45enne ‘bersagliato’ figura come parte civile.

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