‘La fuga’, opera prima del ternano Alessandro De Maria – Recensione

Un romanzo con un finale sorprendente, in cui spicca l’analisi psicologica della moglie del protagonista. Con alcuni aspetti migliorabili

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Di seguito la recensione del libro ‘La fuga’ dell’autore ternano Alessandro De Maria, edito da Morphema. Si tratta del suo primo romanzo che fra i pregi ha quello di tenere il lettore con il fiato sospeso fino alla fine.

di F.T.

‘La fuga’ è una storia attuale e originale, anche avvincente, non la semplice narrazione – ciò che inizialmente appare – di una vicenda di violenza domestica di un uomo nei confronti della moglie. Ma il lettore se ne rende conto solo in un secondo momento, quando gli viene svelata la verità in un epilogo sorprendente, tragico e originale, che rende la storia affatto banale. Un breve racconto sicuramente godibile, a cui possiamo addebitare – nel merito della scrittura – alcuni refusi evitabili e una terminologia talvolta non calzante, in ambito ad esempio giuridico e medico. Ma parliamo di dettagli che però, ad un occhio attento, potrebbero rendere meno credibile il quadro e la storia in sé. In generale il romanzo di Alessandro De Maria è un testo apprezzabile, che invoglia il lettore a proseguire rapidamente verso lo ‘spannung’. Di interesse, certamente, la descrizione delle problematiche psicologiche della moglie del protagonista, da cui emerge la competenza dell’autore, laureato in psicologia clinica, sempre in grado di tradurre, con esempi concreti, le difficoltà in concetti chiari e alla portata del lettore. Nel tragico epilogo, c’è l’analisi di un percorso comprensibile, descritto in maniera sintetica, interessante ed eloquente. Forse è questo uno dei principali pregi che riconosciamo all’opera prima di De Maria.

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