La ‘guerra’ su Papigno: «No zone d’ombra»

Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo: «I dieci milioni spesi a Papigno non se li è portati via nessuno, sono lì, sono stati spesi per il recupero di un patrimonio»

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«I dieci milioni di interventi pubblici, la metà per le bonifiche ambientali, spesi a Papigno non se li è portati via nessuno, sono lì, sono stati spesi per il recupero di un bene che costituisce un patrimonio». Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, attraverso la propria pagina Facebook, prova a fare chiarezza sulla recente storia oggetto di un servizio andato in onda lunedì sera nella trasmissione Report di Rai3. 

La querela Il servizio ha portato Nicoletta Braschi e Roberto Benigni, sia in proprio che quali soci di Melampo Cinematografica S.r.l., a sporgere querela presso la Procura della Repubblica di Roma nei confronti di Giorgio Mottola e Sigfrido Ranucci, nonché di chiunque altro abbia con loro concorso o cooperato, «in relazione alle notizie false e gravemente diffamatorie».

Gli ex studios di Papigno

La crisi della produzione cinematografica «Sugli studios – commenta il sindaco – non ci sono zone d’ombre. Quanto è successo è chiaro: la stagione di Benigni è stata molto positiva, ha investito del suo, ha fatto conoscere Terni dappertutto. Poi la crisi della produzione cinematografica, il venir meno dei contributi statali al cinema, la malattia di un manager come Mario Cotone, il vero grande motore degli studios, ha creato un blocco che Cinecittà poi non è stata in grado di rimuovere».

Contenzioso Il Comune di Terni «è in contenzioso con Cinecittà – conclude Di Girolamo – perché riteniamo che non abbia rispettato il contratto a suo tempo stipulato. Lavoriamo per sbloccare una situazione, non facile, di stallo. Le belle pagine di Papigno, di un recente passato che ha alimentato i sogni non solo di Terni, ci danno forza».

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