La movida a Terni: «Dare regole certe»

Federico Pasculli (M5S): «Dirimere la questione una volta per tutte e tutelare tutte le parti in causa»

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Federico Pasculli

Federico Pasculli

di Federico Pasculli
Consigliere comunale M5S Terni

Una cosa è certa. Il centro storico non può morire. Soprattutto in questo triste Natale, soprattutto alla vigilia delle misure predisposte nel piano di predissesto che non faranno sicuramente sorridere nessuno.

Non può morire il centro storico e con esso i locali della cosiddetta “movida” che costituiscono la parte viva e pulsante della città, che in questi anni sono riusciti a valorizzare vie e quartieri altrimenti destinati all’abbandono e al degrado.

È ovvio che tutto questo ha avuto un prezzo e a pagarlo sono stati in particolar modo alcuni residenti delle vie che hanno visto il proliferare dei locali e che hanno lamentato a più riprese particolari disagi.

Terni non è certo la prima città a vivere questo tipo di problematiche, ma quello che è mancato fino ad oggi è stata sicuramente un’ amministrazione all’altezza della situazione che si è troppo spesso preoccupata di come rimandare un confronto serio e costruttivo che portasse a delle soluzioni condivise ed accettate da tutti.

Il risultato è che ad oggi si vive in un limbo, in un vulnus regolamentare che tiene in ostaggio i gestori dei locali che si vedono costretti a infrangere ordinanze kafkiane al fine di preservare la sopravvivenza della loro attività, già vessati da tassazioni e tariffe che in particolar modo nella nostra città si accaniscono contro un settore che in questi anni ha contribuito a creare posti di lavoro e allo stesso tempo a dare vita e vivibilità alla città.

Questa amministrazione non è mai riuscita e forse non ha mai voluto trovare una soluzione al problema.

Occorrono regole certe, condivise e che contribuiscano a tutelare tutte le parti in causa.

Auspichiamo pertanto che in questo momento critico della città si applichi il buon senso e che non sia l’amministrazione a dare ancora una volta il colpo di grazia rovinando quel poco di Natale che resta agli esercenti e che subito dopo le vacanze si dia luogo ad un tavolo esteso e allargato in modo da dirimere la questione una volta per tutte.

 

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