«La salute senz’altro. Ma pure le imprese»

Lettera di un commercialista ternano che al Governo chiede di «fare subito. In tanti stanno aspettando. Peggio della paura della salute c’è solo il terrore della fame»

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di Goffredo Maria Copparoni
Commercialista, revisore legale e dei conti

Goffredo Maria Copparoni

Eccomi qua, commercialista di una provincia del centro Italia, privo di qualsiasi nozione e programmazione da poter veicolare ai miei
clienti. Oggi mi sento… tripolare. Diamine come tutti sono in pensiero per me (mica è così chiaro se un 50enne sia a rischio o no), per i miei cari e per la mia comunità. Poi sono in pensiero per le 17 anime tra dipendenti e collaboratori che gravitano nel mio studio. Ed infine sono frustrato, di domenica sera, sapendo che domani non avrò risposte chiare da poter dare ai miei clienti.

Il mio cliente ristoratore dovrà decidere in pochi giorni cosa fare, se licenziare i dipendenti, pagare o non pagare Inps, Iva, imposte e tasse… Già ieri una ragazza stupenda, con un bernoccolo per il lavoro straordinario e che anni fa si era inventata un asilo nido meraviglioso in città, mi chiedeva cosa fare: le hanno ‘solo’, per decreto, fatto chiudere la scuola, con dipendenti da pagare, rette da restituire, affitto da saldare… E che dire ad uno splendido tecnico/imprenditore, che ha anche la particolarità di essere un amico fraterno, che costruisce scambiatori di calore in grafite, con un revamping da mezzo milione di euro da eseguire in Egitto. Al quale dovrebbe rinunciare con penali salatissime solo perché hanno imposto una quarantena al Cairo di ‘soli’ 15 giorni a 6/7 dei suoi dipendenti, a sue spese. Ed al mio amichetto fraterno della gioventù che tutte le mattine si alzava per la sua attività di ambulante vendendo scarpe solo italiane delle vicine e (ex) floride Marche, cosa dico? La versa l’Iva, l’Inps con i mercati rionali chiusi per decreto?

Ok, fino ad oggi signor presidente Conte si è pensato alla salute. Ora è il momento, subito, di pensare alle imprese, ai loro dipendenti, ai clienti disperati senza materie prime o semilavorati, ai loro fornitori. Ci vuole subito un’idea di insieme, perché domani sia le partite Iva delle ex zone rosse, gialle, bianche, avranno il terrore di diventare ‘nere’. Subito perché le decisioni prese immediatamente hanno il problema di non essere perfette, ma danno la sensazione, e l’economia è anche figlia dello stato psicologico, che chi comanda abbia le idee chiare. Cosa che signor presidente, quando si è occupato ‘solo’ di salute ed ordine pubblico non ha certo dimostrato

Sono un povero ragioniere di campagna e lei, signor presidente, ha il fior fiore delle menti a disposizione, già dai suoi addetti stampa, fino a tutto il suo team. Ma anche un piccolo professionista di provincia, con ‘solo’ 300 partite Iva che vorranno sapere cosa fare, con la revisione degli enti più importanti della Regione nel mio bagaglio professionale, è in grado di capire come sia fondamentale per tutti bloccare liquidazione di imposte, tasse, rate di mutui, contributi, almeno da oggi fino al 30 settembre. Altrimenti già questa settimana un professionista o un imprenditore dovrà decidere se pensare ad essere virtuoso con il prossimo e con lo Stato, o cercare di fare più cassa possibile non pagando più nulla per il futuro suo e dei suoi cari.

Ecco signor presidente, stia attento a non creare tutti potenziali ‘untori economici’ che potrebbero essere, loro malgrado, costretti con ‘elmetto e baionetta infilata al fucile’, a proteggere la propria casa/azienda. Faccia presto signor presidente: peggio della paura sulla salute c’è solo il terrore della fame e della povertà. Subito signor presidente, con un’ulteriore ultima supplica, di non fare uscire veline e anticipazioni prima della versione ufficiale di qualsivoglia intervento lei riterrà opportuno; ci risparmi almeno questo.

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