La Terni che divorzia, uno al giorno nel 2015

Complessivamente sono state 330 le sentenze emesse: 58 coppie hanno scelto la nuova formula ‘semplificata’ in Comune

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di Fra.Tor.

Se il Tribunale ecclesiatico, in Umbria, nel 2015 ha dovuto fare gli straordinari, per annullare 118 matrimoni, quello civile ternano – peraltro aiutato dagli uffici comunali – non ha scherzato. Visto che complessivamente i matrimoni finiti in soffitta sono stati 330, quasi uno al giorno.

Le norme Un decreto legge del 2014 ha introdotto delle novità in materia di separazione personale e di divorzi, prevedendo due nuovi procedimenti che coinvolgono gli ufficiali di stato civile e alternative al ricorso giudiziale davanti ai tribunali civili. Dopo una prima fase di ‘rodaggio’, anche Terni si è adeguata alle novità introdotte dalla legge, usufruendo sempre più della procedura più rapida ed economica, ovvero quella difronte a un ufficiale di stato civile. Ma vediamo come.

Davanti al sindaco Senza figli si divorzia e ci si separa in 30 giorni, al costo di 16 euro. Quando i coniugi non hanno figli e sono d’accordo nel dividersi, la procedura è facile ed economica. Basta, infatti, presentarsi dal sindaco del Comune di residenza di uno dei due. Marito e moglie devono fornire un documento in cui dichiarino di volersi dividere alle condizioni elencate, per la cui stesura ci si può far aiutare da un avvocato, ma è facoltativo. I due coniugi devono firmare accordo e dichiarazione davanti al sindaco, che li invita a ripresentarsi dopo 30 giorni per confermare la scelta. Se non dovessero tornare, restano a ogni effetto marito e moglie. Nel 2015 a Terni sono stati 58 i divorzi che hanno seguito questo tipo di procedura.

Negoziazione assistita Con figli e patrimonio da dividere serve l’avvocato, ma non il tribunale. Se ci sono figli, trasferimenti immobiliari, assegni e case coniugali serve l’avvocato, ma non è necessario finire in tribunale, si può risolvere tutto nello studio del legale. A seguito di un controllo da parte della Procura della Repubblica, gli atti sono poi trasmessi al tribunale. Le separazioni consensuali convengono perché chi si separa consensualmente e presenta personalmente il ricorso, spende solo 43 euro. Se si vuole un avvocato, si può risparmiare scegliendone uno anziché due, ma bisogna separarsi consensualmente. In questo caso la spesa può aggirarsi intorno ai 2 mila euro. Nei divorzi, anche consensuali, sono obbligatori due avvocati. Dalla Procura della Repubblica fanno sapere che a Terni, nel 2015, sono stati 52 i divorzi con negoziazione assistita.

Il tribunale Senza accordo si finisce, invece, davanti al giudice, con una spesa minima di 98 euro. Dividersi senza accordo può costare caro, oltre al contributo unificato di 98 euro, anche le parcelle degli avvocati, che possono raggiungere persino i 10 mila euro quando l’accordo non si trova. Inoltre il coniuge cui venga addebitata la separazione dovrà pagare, oltre al suo avvocato, anche quello dell’ex, sia nei processi per la separazione che per il divorzio. Secondo il tribunale di Terni, nel 2015, 206 sono state le separazioni consensuali e 91 quelle giudiziali. Per quanto riguarda il divorzio congiunto, sono stati  96 quelli con cessazione effetti civili e 34 quelli con scioglimento matrimonio. Infine, per quanto riguarda il divorzio contenzioso, sono stati 61 quelli con cessazione effetti civili e 29 quelli con scioglimento matrimonio.

Divorzio breve Va ricordato, infine, che una legge del 2015, interviene sulla disciplina della separazione e del divorzio, riducendo i tempi per la domanda di divorzio, fino a quel momento fissati dal legislatore in 3 anni dalla avvenuta separazione giudiziale o consensuale tra i coniugi. Nelle separazioni giudiziali si riduce da 3 anni a 12 mesi la durata minima del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio. Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi di fronte al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale. Mentre, nelle separazioni consensuali – anche in caso di trasformazione da giudiziale in consensuale -, si riduce a 6 mesi la durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che permette la proposizione della domanda di divorzio. Il termine decorre analogamente dalla comparsa dei coniugi di fronte al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale.

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