Lavoro e vite a rischio, quando c’è o se manca

Due persone rischiano di morire in episodi diversi, ma ugualmente drammatici

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Di lavoro si può rischiare di morire – spesso purtroppo si muore – e lo stesso rischio lo si può correre se quel lavoro lo si perde.

I drammi L’accostamento, in Umbria, in questi giorni è determinato dai due, gravissimi, episodi che si sono verificati a Passignano sul Trasimeno e a Città di Castello. Episodi diversi, ma ugualmente terribili. Ed i cui protagonisti sono entrambi in ospedale, in condizioni gravi.

L’incidente Il primo è quello che ha visto sfortunato protagonista un operaio 54enne delle officine Rampini di Passignano sul Trasimeno, che è stato travolto da un cubo di metallo, sollevato da un montacarichi, sul quale alcuni colleghi stavano lavorando e che, scivolato dal supporto, lo ha travolto, schiacciandolo e provocandogli un grave trauma toracico.

Il tentato suicidio Il secondo è quello del 29enne di Città di Castello che venerdì pomeriggio si è gettato dalle mura del Cassero e che avrebbe tentato il suicidio dopo che non gli era stato rinnovato il contratto di lavoro. Il particolare è emerso dal racconto dei testimoni, che lo avrebbero sentito gridare «basta, sono senza lavoro la faccio finita», prima di lanciarsi nel vuoto.

Grave Ricoverato al Santa Maria della Misericordia di Perugia, il ragazzo, che stando alle informazioni diffuse dall’ufficio stampa non ha riportato lesioni cerebrali, ma numerose fratture in più parti del corpo e un trauma cranico importante, viene costantemente monitorato in attesa di poterlo sottoporre ad intervento chirurgico.

La crisi Fatti diversi, ovviamente, ma che inevitabilmente mettono in evidenza quanto, in tempi di crisi profonda, possa essere drammaticamente più facile che simili episodi si verifichino.

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