Discarica di Orvieto: «Area poco virtuosa»

Terni, l’assessore regionale Fernanda Cecchini parla dell’ampliamento de ‘Le Crete’: «Non è un progetto della Regione»

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di L.P.

C’è un appello, firmato da venti sindaci tra cui il primo cittadino di Orvieto Giuseppe Germani, e c’è tutta la cittadinanza contro l’ampliamento della discarica Le Crete. Ma c’è anche un’assessore regionale decisa a dare battaglia.

Striscioni di protesta

Striscioni di protesta

Faccia a faccia Dopo la manifestazione davanti al consiglio regionale ora l’attenzione è tutta puntata sul faccia a faccia di martedì, quando Germani e tutti gli altri sindaci saranno ricevuti dalla presidente della regione Catiuscia Marini. In quella sede, come aveva già dichiarato ad umbriaOn, il sindaco di Orvieto potrà ribadire la sua posizione sulla discarica e cercare di trovare una soluzione per evitare lo strappo con il suo stesso partito di appartenenza.

Fernanda Cecchini

Fernanda Cecchini

L’assessore E intanto però una soluzione condivisa e che non contempli l’ampliamento del secondo calanco de Le Crete sembra sempre più lontana. Della questione è tornata a parlare anche l’assessore regionale all’ambiente e alla cultura Fernanda Cecchini, intervistata da Radio Radicale. «Vogliamo la modernità, gli agi, ma non gli effetti del progresso – ha riferito l’assessore – l’ampliamento della discarica non è progetto promosso dalla Regione, nei piani regolatori del Comune di Orvieto e nelle previsioni dell’ambito già da tempo era previsto non solo il sopraelevamento del secondo calanco ma anche la realizzazione di un terzo. Nel 2011 la Regione ha detto un no secco contro questo terzo ampliamento».

La discarica 'Le crete'

La discarica ‘Le crete’

Poco virtuoso La posizione ribadita dalla giunta è quella già contenuta nel piano regionale dei rifiuti e che si dovrebbe sostanziare in un percorso che, all’aumentare della percentuale di raccolta differenziata in tutta la regione, vedrebbe diminuire i conferimenti in discarica, come previsto anche dalla normativa europea per cui nel 2030 solo il 10% di rifiuti sarà indifferenziato. «Abbiamo quindi dato risorse per incentivare la raccolta differenziata – ha proseguito l’assessore – come regione siamo arrivati al 50%, ma non è un caso che proprio il territorio di Orvieto è stato quello più indietro, con il porta a porta spinto inserito appena pochi mesi fa. Se questi comuni fossero stati più virtuosi, non ci sarebbe stata l’esigenza di sopraelevare la discarica».

La protesta

La protesta

Rifiuti da fuori La questione, dunque, è molto dibattuta e le sollevate non hanno visto protagonisti solo associazioni e comitati ambientalisti, ma persino le stesse istituzioni, con l’intero comune di Orvieto contrario a questa ipotesi. «L’impatto ambientale, e questo lo dicono gli uffici tecnici specializzati, non è comunque tale da far ritenere che il territorio sia sottoposto a contaminazioni rispetto alla presenza della discarica. Dopo aver servito poco la Regione e dopo aver accolto i rifiuti provenienti dalla Campania riempendo di soldi le casse del Comune, negli ultimi tempi la discarica Le Crete ha servito solo il territorio orvietano. Io e la presidente Marini saremmo molto felici di non dover utilizzare più le discariche, ma questo non è sempre possibile».

Italia Nostra Secca la replica del presidente di Italia Nostra Orvieto Lucio Riccetti, per cui «quella dell’assessore è solo una scusa formale trovata a valle per avallare l’ampliamento della discarica. La differenziata a Orvieto è partita tre anni fa. E’ facile dire vi beccate la discarica perché non sapete fare la differenziata, la discarica di Orvieto è tra le poche rimaste operative in Umbria e potrebbe anche accogliere rifiuti speciali da tutta Italia». Dunque, le colpe, non sarebbero solo dei comuni. Per Riccetti sopraelevare il secondo calanco significherebbe attuare un «ampliamento spregiudicato dal punto di vista di impatto paesaggistico e ambientale. La discarica dista appena 2 km dal duomo di Orvieto». Al contrario l’alternativa ci sarebbe. «Fare una vera raccolta differenziata che porti i materiali a riciclo effettivo e, soprattutto, gestire la discarica solo con i rifiuti del territorio in cui sorge. In questo modo la volumetria residua sarà sufficiente per garantire ancora molti anni di servizio e inquinare meno l’ambiente e la popolazione».

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