Legge omotransfobia: firme e polemiche

Protocollo d’intesa in Regione ma mancano sindaci e prefetti dei capoluoghi. Esultano associazioni Lgbti. Critici Zaffini e De Vincenzi

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Nasce un gruppo di lavoro, coordinato dalla Regione, che avrà il compito di supportare le attività contro l’omotransfobia; è previsto dalla legge regionale in materia, che – ricordano dalla Regione – ha superato ogni tipo di valutazione di costituzionalità, e che non è stata eccepita né dal governo né dalla Corte Costituzionale.

Le finalità dell’accordo

La firma

Il Protocollo di Intesa si pone come finalità l’adozione di misure rivolte a promuovere la cultura della legalità e il rispetto e la valorizzazione delle differenze; promuovere la protezione, l’accoglienza, il sostegno psicologico e il soccorso alle vittime di atti di discriminazione e violenza determinati in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, attivando anche specifici Centri di ascolto, mediante l’utilizzo di personale adeguatamente qualificato; promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione; promuovere ricerche, studi ed approfondimenti sui temi in questione; favorire la collaborazione tra le Istituzioni e con i soggetti espressione della società civile per prevenire e contrastare fenomeni di discriminazione e violenza, superare la frammentarietà degli interventi acquisendo una cultura comune ed un linguaggio ed una metodologia di intervento condivisi; promuovere una formazione adeguata ed integrata rivolta al personale della scuola, agli studenti ed alle famiglie, agli operatori e alle operatrici dei servizi sociali e sanitari e delle forze dell’ordine; sostenere e valorizzare le capacità di autoaffermazione e sicurezza di sé delle persone e degli studenti, favorendo l’accrescimento delle competenze pedagogiche delle famiglie e della società regionale sui modi di contrastare i fenomeni di discriminazione e violenza determinate in ragione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, di bullismo e di cyber-bullismo omo-transfobici.

I firmatari

Lo decide un protocollo d’intesa, sottoscritto, oltre che dalla presidente Marini per la Regione Umbria, dai rappresentanti di Università per stranieri di Perugia, Garante infanzia e adolescenza, comune di Città di Castello, capofila zona sociale 1; comune di Marsciano, capofila zona sociale 4; Unione dei comuni del Trasimeno, zona sociale 5; comune di Gubbio, capofila zona sociale 7; comune di Foligno, capofila zona sociale 8; Comune di Narni, capofila zona sociale 11; comune di Orvieto, capofila zona sociale 12; Azienda sanitaria locale 1; Azienda sanitaria locale 2; aziende ospedaliere di Perugia e di Terni; Anci Umbria; Amnesty International Italia; Omphalos; Famiglie arcobaleno; Agedo Terni; Esedomani Terni; associazione Basta il Cuore.

Obiettivo inclusione, solidarietà, rispetto

«In Umbria vogliamo essere pionieri di una cultura dell’inclusione, della solidarietà, del rispetto della dignità umana, della tutela della persona, della lotta contro ogni forma di discriminazione omofobica, razzista. Favorendo dunque in primo luogo la privacy, la tutela del proprio orientamento sessuale, della propria identità. La Regione Umbria, dunque, insieme a tutti i comuni che hanno aderito al protocollo, alle aziende sanitarie, all’Università per gli Stranieri, e con le tante associazioni che hanno sottoscritto questo atto, si farà promotrice di azioni, iniziative e progetti volti alla promozione del rispetto della persona».

Marini: «Nessuna diffida»

La presidente Marini ha tenuto a sottolineare che non c’è alcuna ‘diffida’ alla sottoscrizione di un protocollo attuativo di una legge regionale. A tale riguardo proprio nella giornata di ieri Luigi Manconi, direttore dell’ufficio nazionale antidiscriminazione razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le pari opportunità), riguardo al protocollo sottoscritto, ha puntualizzato in una lettera che «non appare fondata la perplessità avanzata dalla Prefettura di Perugia, relativamente al coinvolgimento degli studenti nell’attività formativa promossa attraverso il protocollo».

Contrasto a ogni forma di bullismo

Francesco De Rebotti, presidente Anci Umbria e sindaco di Narni, ha definito il protocollo «una battaglia di civiltà, che contiene azioni utili e necessarie per il contrasto degli aspetti degenerativi che hanno a che fare con i diritti e la dignità della persona. Dobbiamo tutti, ciascuno nei propri ambiti di competenza, mettere in atto quelle politiche e quelle azioni che ci consentano di essere portatori sani di principi che contrastino ogni forma di bullismo, omofobia e discriminazioni di ogni genere».

Lo chiede l’Onu

Per Maria Pia Serlupini, Garante per dell’infanzia e dell’adolescenza, il protocollo sottoscritto oggi «non solo è in linea con i principi sia della legge regionale che degli stessi principi sanciti dalla Costituzione italiana, ma anche e soprattutto con quelli contenuti nella Convenzione dell’ONU del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Tutti noi – ha aggiunto Serlupini – abbiamo il dovere di garantire il diritto di ciascun bambino o adolescente a non essere discriminato, né essere oggetto di bullismo, prevaricazione, sulla base dell’orientamento sessuale, religioso, di appartenenza etnica e quanto altro».

Associazioni Lgbti: «Perché mancavano prefetti e sindaci?»

«L’impegno che le istituzioni si prendono con la firma di questo protocollo è estremamente importante – commentano i rappresentanti delle associazioni – dopo l’approvazione della legge questo è un primo passo fondamentale per iniziare a ragionare sulle azioni pratiche da mettere in campo. Il protocollo è ampio e include tanti ambiti dove la prevenzione e il contrasto alle discriminazioni in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere è ormai urgente: dai servizi pubblici alla sanità, dall’ambiente scolastico alla formazione professionale. Dopo il lungo percorso di approvazione della legge regionale, con la firma di questo protocollo entriamo finalmente nelle azioni concrete che ci auspichiamo producano cambiamento e miglioramento della qualità della vita nella nostra regione. Dispiace constatare che non tutti ritengono la battaglia contro le discriminazioni omo-transfobiche degna di impegno al pari di tutte le altre discriminazioni, dimostrazione lampante della necessità di questa legge e di questo protocollo. In particolare l’assenza dei prefetti e dei sindaci dei comuni capoluogo, Perugia e Terni, dimostra l’involuzione culturale che esprimono i partiti politici al potere in questi due importanti comuni. Una posizione politica strumentale smentita nel merito anche dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che proprio oggi ha ribadito l’assoluta coerenza del protocollo con la legge regionale e ha dichiarato non fondata la perplessità avanzata da esponenti politici e presa in considerazione dalla Prefettura di Perugia sul coinvolgimento degli studenti nell’attività formativa promossa attraverso il protocollo».

Zaffini: «Marini divide anziché unire»

Franco Zaffini

«Da parte della presidente Catiuscia Marini c’è stata un’ostinatezza chiaramente strumentale nonostante le gravi assenze dichiarate sin dai primi giorni da parte di entrambe le Prefetture, dei Comuni capoluogo di Perugia e Terni, di altri importanti come Spoleto e Norcia e dell’Università degli Studi di Perugia – denuncia il senatore Franco Zaffini (Fdi) – la governatrice ha perseverato nel pretendere la firma dai soggetti peraltro da lei dipendenti come possono essere, ad esempio, le Usl, facendo tutto questo non certo con l’intento di evitare eventuali futuri comportamenti discriminatori. A tutto ciò si aggiungano le missive dei Comuni che su tali argomenti non accettano di essere rappresentati dai capofila delle zone sociali. Tutto questo dà l’idea del quadro che evolve in viste delle prossime elezioni regionali».

De Vincenzi: «Vittoria di Pirro»

«Una sconfitta per la maggior parte della popolazione umbra – arriva a dire il consigliere regionale De Vincenzi – che è rimasta discriminata perché non rappresentata ed è anche il sigillo che ha sancito l’auto discriminazione del mondo Lgbti. Nonostante il confitto acceso col Prefetto di Perugia, che ha prodotto una ferita istituzionale difficile da rimarginare, e noncurante della totale mancanza del pluralismo democratico a causa dell’esclusione forzata delle associazioni familiari e di genitori, la presidente Marini ha imposto oggi la firma del protocollo attuativo della legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, un atto che rappresenta, di fatto, una forzatura della legge stessa per promuovere esclusivamente le istanze dei movimenti culturali Lgbti».

Lega: «Rendere pubblico il protocollo»

«Una serie di comunicati sono rimbalzati sulla stampa locale senza una linea definita, sparando adesioni fasulle al protocollo poi parzialmente smentite. Un metodo compulsivo che ha solo un unico obiettivo quello di creare confusione per mascherare l’assenza durante la sottoscrizione, di importanti istituzioni umbre come quella dei due Prefetti di Perugia e Terni e dei sindaci di entrambe i capoluoghi. Ci teniamo a precisare che nemmeno il comune di Spoleto, dove la Lega governa in coalizione con il centrodestra, ha sottoscritto un atto non conforme alla legge, così come Norcia e Città di Castello che potrebbe farlo nei prossimi giorni ma che ad oggi non risulta: Regione ed Omphalos si attengano dunque alla realtà e non gridino al successo perché è evidente che la Legge e le istituzioni politiche di rilievo non intendono permettere la propaganda mascherata delle teorie gender sui bambini. Come Lega continueremo a dare battagli contro quello che per noi è un affronto alla legge e al buon senso e chiediamo a tutti i nostri sindaci o amministratori dei comuni umbri di prendere le distanze ufficiali da un atto che, di fatto,non è altro che l’ennesima concessione fatta da un Pd ormai alla deriva, alla solita lobby amica».

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