Liberati a Marini: «Andiamo in tenda»

Terremoto, appello-provocazione del capogruppo del M5S alla presidente della Regione: «Venga a trascorrere assieme a noi almeno una notte nelle tende sociali»

Condividi questo articolo su

terremoto-norcia-liberatidi Andrea Liberati
M5S Regione Umbria

Anche in questi giorni si parla molto di ricostruzione, dei miliardi di euro da riversare sull’ennesimo e nuovo modello post-sisma, modello quindi da verificare rispetto a quelli del passato.

Poco, invece, si dice dell’emergenza in corso. Della neve che sfonda le tende. Del gelo che spacca tutto. Della gente sfinita dalle incertezze. Si evoca il futuro, tacendo del presente.

E’ allora giunto il momento, cara presidente Catiuscia Marini, di offrire assieme a noi una testimonianza diversa rispetto a quanto visto sin qui sul fronte dell’emergenza. Soprattutto per chi è rimasto nel territorio di Norcia e Cascia, la gestione di tale fase appare infatti unanimemente lacunosa, a dispetto dell’aiuto fornito da tante persone e da funzionari pubblici ricchi di buona volontà, ma poveri di mezzi e privi di regia politica.

Soltanto soggiornando in loco per qualche giorno, aumentando la capacità di ascolto, può crescere il livello di empatia e di diretta conoscenza, toccando con mano la gravità delle questioni, comprendendo la cogenza dei problemi e la loro complessità, certo insostenibile soprattutto per le famiglie, per gli anziani soli, per le imprese.

Forse contribuisce alla sciatteria diffusamente osservata pure il contegno di non pochi cortigiani, che evitano di rappresentare le vere criticità al decisore politico di turno, con uno zelo degno di miglior causa. E se alcune testate giornalistiche, da una parte, approfondiscono e raccontano molto, altre di rango nazionale talvolta si limitano ad alimentare speranze, nascondendo i fatti: un circuito vizioso, da spezzare al più presto, per il bene comune e in spirito di verità.

Stante le gravi problematicità in atto, invitiamo pertanto Catiuscia Marini a trascorrere assieme a noi almeno una notte della prossima settimana nelle tende sociali che, in vista di altre sistemazioni, ormai prossime, sono però ancora installate e affollate nelle frazioni di Cascia. Restiamo accanto a decine di sfollati e ai loro disagi, come quello di recarsi nottetempo nei bagni senza nemmeno un percorso riscaldato, talora col virus influenzale in corso e con la febbre, come purtroppo accade.

Non pretendiamo di ricercare ospitalità nei microcontainer di Norcia, quelli con tre letti in 15 mq e senza servizi interni, curando la nostra intimità assieme a concittadini che non si conoscono, come tocca quotidianamente a chi ci vive. Qui saremmo di troppo, attesa la cronica carenza di posti letto in loco.

In fondo, andrebbe comunque meglio in confronto ai tanti che hanno dormito per settimane in auto, con coperte al seguito, oppure rispetto a quelle famigliole che, da mesi abbandonate, hanno scelto di tornare nei gelidi e inadeguati container del 1979, pur di avere un tetto!

Dopo qualche notte così, facendo la stessa vita dei terremotati, l’indomani ascolteremmo più attentamente – dalla loro viva voce – i problemi che da mesi attanagliano gli allevatori, tuttora senza stalle provvisorie e senza moduli abitativi per le loro famiglie, così come senza casette resteranno per lunghi mesi migliaia di persone, al di là dei pochi cassoni sociali finora allestiti, al di là della misera ventina di S.A.E. quasi pronte (meno del 5% di quelle necessarie!), oggetto di pubblica riffa.

A quel punto, direttamente partecipi di tanto disordine, saremmo talmente indignati e furibondi che forse ci prenderà il ghiribizzo di ribaltare qualche tavolo che conta – magari iniziando proprio dal nostro, in Regione?

Presidente, attendiamo dunque un Suo cortese riscontro al riguardo. Fissi lei la data, conformemente ai suoi alti impegni istituzionali. Ma faccia presto

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli