Lorenzo Barone attraversa l’Islanda e fa i conti con le tempeste di neve

Un’esperienza diversa, con non poche difficoltà, per il biker di San Gemini che questa volta viaggia su sci e slitta

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La nuova avventura di Lorenzo Barone, il 25enne biker di San Gemini che i primi di marzo è partito con sci e slitta con l’obiettivo di attraversare l’Islanda nel suo interno, prosegue con non poche difficoltà. «Un’esperienza completamente nuova per me – aveva scritto sul suo profilo Facebook prima di partire – l’ultima volta che ho messo gli sci ai piedi avevo undici anni ed ero in gita scolastica».

Una tempesta di neve

Lunedì 27 marzo, nel suo 18esimo giorno di viaggio, Lorenzo ha dovuto fare i conti con una tempesta di neve. «Mi sono accampato circondato da un paesaggio stupendo in totale tranquillità – scrive sul suo profilo dove aggiorna costantemente sul suo viaggio – ma conoscendo il clima islandese avevo comunque fissato la tenda per affrontare l’arrivo di un eventuale tempesta. Al mio risveglio ho aperto la zip ed ho guardato fuori, il vento era abbastanza forte, nevicava e non riuscivo a vedere assolutamente nulla, era come essere chiuso in una stanza al buio, dove al posto dell’oscurità c’era il bianco. Speravo di dover attendere solo qualche ora per un miglioramento, ma al contrario la situazione stava precipitando ed ho subito creato un muro di protezione con dei blocchi di neve compatta».

«Tutto dipende da me»

Lorenzo ha creduto che i problemi fossero finiti e si è chiuso nel sacco a pelo per qualche ora. «Prima del tramonto volevo uscire a controllare la situazione, ma mi sono reso conto che si era formata una parete di neve alta quasi due metri di fronte alla ‘porta’ ed ho dovuto usare la pala per farmi spazio e uscire. Il vento era ormai fortissimo e le precipitazioni aumentavano, iniziava la tempesta. Mi sono ricordato di quando nel 2016 mentre giravo l’Islanda in bicicletta ero stato ospite di una famiglia che mi aveva detto che in una sola notte la neve gli aveva sommerso il trattore. Per un attimo ho provato paura, poi mi sono detto: ‘Ok, qui si fa sul serio, ma non è una valanga, non sto precipitando in un crepaccio, devo gestire la situazione e il finale dipende solo da me’. Ho cominciato rapidamente a fare dei blocchi rinforzando il muro e dopo circa due ore di lavoro ero finalmente al sicuro. Ho passato tre giorni bloccato in tenda nella tempesta, ma ero tranquillo, era tutto sotto controllo ed avevo solo due problemi: razionare le scorte di cibo perché erano quasi terminate e uscire a spalare, anche in piena notte, per non venire seppellito vivo dalla neve».


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