Luisa Spagnoli riapre: accordo con i sindacati

Già inviata richiesta al prefetto. Sarà una riapertura parziale, che però consentirà di non perdere il treno della prossima stagione della moda

Condividi questo articolo su

Il marchio perugino di abbigliamento ‘Luisa Spagnoli’, uno dei più celebri al mondo, riapre l’attività. Ad annunciarlo (a “La Nazione”) è Nicoletta Spagnoli, ad e presidente: «Abbiamo chiesto di tornare a lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza, sia pure in forma ridotta, perché aspettare ancora significherebbe compromettere gravemente la situazione». L’accordo con i sindacati è stato raggiunto. Manca l’autorizzazione del Prefetto di Perugia. «Abbiamo inviato la scorsa settimana un’istanza indicando le nostre caratteristiche aziendali e i protocolli di estrema sicurezza che abbiamo intenzione di mettere in campo. Siamo in attesa di risposte», dichiara la Spagnoli.

Lo chiedono (anche) i lavoratori

«Sono orgogliosa di poter dire che sono proprio i miei collaboratori ad aver più volte chiamato in questi giorni per chiedere quando sarebbe stato possibile ricominciare. Loro conoscono tempi e modalità del settore, sono consapevoli dei rischi che ulteriori ritardi potrebbero causare». Intanto, con i sindacati, è stato firmato un protocollo di intesa per la ripresa, sia pure in forma ridotta, con una ventina di addetti, il minimo indispensabile.

Smart working

Il resto dei lavoratori potrà lavorare da casa: «Siamo stati tra le prime aziende a mettere in smart working impiegati e dirigenti e a chiudere i nostri punti vendita presenti in Italia ancor prima che il governo decidesse il lockdown. La salute prima di tutto. Ma la nostra è un’azienda manifatturiera, è arrivato il momento di ripartire. L’Italia è il primo Paese per la produzione del tessile abbigliamento, davanti a Germania e Francia che però non hanno mai smesso di lavorare. Dobbiamo proteggere un settore comunque strategico. In Umbria poi la situazione è decisamente migliore rispetto ad altre regioni. Non ricominciare significherebbe mettere a rischio molte piccole aziende».consumi”.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli