Mail della polizia lo accusa di pedofilia. Ma è una truffa

Assisi – L’uomo, un 55enne, grazie all’aiuto del commissariato ha capito di essere vittima di un tentato raggiro

Condividi questo articolo su

Continuano a giungere alla polizia di Stato segnalazioni da parte di alcuni cittadini che spesso ricevono delle mail o dei messaggi al computer da parte di soggetti che, spacciandosi per poliziotti, avvisano il destinatario di un provvedimento di sequestro informatico e indagato per diversi reati in materia di pornografia minorile, pedofilia, traffico sessuale. Purtroppo, si tratta di abili e convincenti truffatori che, sfruttando la paura delle vittime, riescono ad estorcere centinaia di euro.

La mail

È quanto accaduto qualche giorno fa ad un 55enne di Assisi che si è visto recapitare una sospetta mail da parte di un presunto sostituto commissario della polizia di Stato, dipendente del ‘Dipartimento di polizia Postale e delle comunicazioni’. La mail, dal contenuto impreciso e poco chiaro, informava l’uomo di aver commesso un reato nel momento in cui aveva visualizzato un sito con immagini pedopornografiche. La mail proseguiva intimandolo a inviare una mail con le proprie giustificazioni entro 72 ore per valutare le sanzioni da applicare, altrimenti il sedicente ufficiale avrebbe inviato la denuncia all’autorità Giudiziaria per provvedere al suo immediato arresto.

Le minacce e la denuncia

La mail terminava con la minaccia che, qualora il 55enne non avesse risposto entro i termini indicati, si sarebbe proceduto alla pubblicazione del fascicolo giudiziario sulle principali testate giornalistiche e alle ‘associazioni per la lotta alla pedofilia’, registrando il suo nome come molestatore sessuale in tutte le amministrazioni europee e nel ‘Registro nazionale dei reati sessuali’, informando inoltre la sua famiglia. L’uomo, insospettito e spaventato dall’ccaduto, ha deciso di chiedere aiuto alla polizia di Stato presentandosi al commissariato di Assisi per sporgere querela. I poliziotti si sono immediatamente accorti che si trattava di un tentativo di truffa.

Svelato l’arcano

Gli agenti hanno chiarito al 55enne che la polizia di Stato e i suoi appartenenti non inviano mail per comunicare al destinatario di essere indagato, né chiedono risposte o giustificazioni per telefono o via mail, né richiedono il pagamento di sanzioni via Internet. Dopo averlo tranquillizzato, gli operatori del Commissariato hanno invitato l’uomo, in caso di dubbi e del verificarsi di nuovi episodi, a ricontattare immediatamente le forze dell’ordine.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli