Marsciano, tutti contro le biomasse

In vista della conferenza dei servizi della prossima settimana, il comitato di cittadini ha ribadito il proprio no alle due centrali sulla valle del Nestore

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L.P

A volte ritornano. E’ questo il caso delle due centrali a biomassa che non fanno dormire sonni tranquilli agli abitanti di Morcella, piccolo borgo di 300 persone ai piedi del fiume Nestore, comune di Marsciano. I cittadini, però, hanno deciso di non darsi per vinti e, ancora oggi, un anno dopo la presentazione del primo progetto, affermano «la centrale non si farà».

I fatti E’ il dicembre del 2014 quando gli abitanti del piccolo borgo umbro scoprono, sul sito della Regione Umbra, che due aziende, la Biofire società agricola srl e la Luna srl, hanno presentato un progetto per la realizzazione di due centrali a biomasse proprio su quel lembo di terra che, come ricorda Mirko Bertolini, dell’associazione Amici di Morcella e del piano Nestore, è una zona agricola considerata di pregio. «Due centrali che dovrebbero produrre energia elettrica dalla combustione di legno non proveniente dal nostro territorio», dicono. Da quel momento in poi parte la raccolta firme e i cittadini si sono organizzati per presentare le loro valutazioni sul progetto. La loro, dicono, è «un opposizione non certo emotiva, ma basata su ragioni climatiche, ambientali, logistiche e, soprattutto, documentata». «Dopo un primo stop al progetto, dallo scorso marzo, grazie allo Sblocca Italia, bastano semplici conferenze dei servizi per dare il via libera a questa tipologia di impianti, come quelle in programma la prossima settimana per discutere del tema. Noi oggi vogliamo ribadire il nostro impegno per fermare queste centrali inutili e dannose per l’ambiente e il territorio circostante» continua Bertolini.

L’INTERVISTA A MIRKO BERTOLINI – IL VIDEO

Il fronte del no La battaglia del comitato non ha motivazioni politiche, ci tengono a sottolinearlo. «Siamo contrari alle centrali perché inquinano, l’impianto totale si dovrebbe aggirare sui 400 Kilowatt – spiega Bertolini – ma manca totalmente il nesso logico tra la massa verde che verrà bruciata e l’impianto. Io avrei potuto capire se si fosse trattato di due aziende del luogo, ma in realtà il progetto prevede che le centrali bruceranno legno che arriva da fuori, in un arco di 150 chilometri. Così inquiniamo due volte e non c’è nessun risparmio». Altra criticità è poi rappresentata dall’ubicazione dell’impianto. «Come me, altre quattro famiglie si trovano di fronte la centrale appena aprono la finestra. Considerando che la valle del Nestore è zona agricola di pregio e che spesso si verifica il fenomeno dell’inversione termica, con l’umidità del fiume che rimane in condensa praticamente per tutta la notte, mi chiedo io cosa saremo costretti a respirare se l’impianto sarà in funzione 24 ore al giorno».

Pronti a tutto «L’impianto è insignificante da un punto di vista di produzione di energia elettrica – afferma Caterina Emili del comitato – e molto spesso si presentano progetti di questo tipo solo per partecipare a bandi e ottenere fondi a livello europeo. Noi non permetteremo questo sulla nostra pelle. Le centrali a Morcella non si faranno».

 

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