Multe, disappunto Confartigianato Terni

L’associazione prepara la proposta sulla lista di imprese che potranno acccedere alle aree pedonali, ma intanto critica «le ingiustizie della normativa comunale»

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Dopo l’incontro di martedì con il sub-commissario del Comune di Terni Emanuele D’Amico sulla ‘grana’ multe nelle aree pedonali, la Confartigianato Imprese è al lavoro in queste ore per stilare una proposta specifica in merito alle categorie di imprese che avranno necessità di vedere ampliate le fasce orarie di accesso, ma intanto l’associazione di categoria non risparmia alcune considerazioni (polemiche) sulla vicenda.

Le pecche Secondo la stessa Confartigianato «la mancata considerazione, nel regolamento vigente, delle esigenze degli esercenti è dovuta ad un mancato approfondimento e da un insufficiente confronto, nel tempo, con le associazioni di categoria, diventato una vera e propria emergenza con l’attivazione dei controlli automatici tramite i varchi a presidio in particolare delle aree pedonali urbane».

Lo scontento «La vicenda – spiega una nota – rende evidenti diversi motivi di legittima insoddisfazione delle imprese in ordine al rapporto amministratori-amministrati, alla qualità e alla concertazione dei processi di formazione degli atti della attività normativa comunale, agli ostacoli di ordine puramente burocratico che vengono creati anche a Terni nella normale attività d’impresa, e che si concretizzano nella ingiusta sopportazione di maggiori costi, anche con le connesse distorsioni nelle dinamiche concorrenziali». Il tutto diventa ancora più spiacevole se si pensa che l’associazione «aveva evidenziato all’amministrazione comunale il problema, sia in modo informale che formale, prima che le sanzioni venissero notificate».

I rimedi Fin qui il passato, per quanto riguarda le necessarie modifiche alla normativa comunale che possano risolvere il problema per il futuro, Confartigianato ringrazia la disponibilità dimostrata dal sub-commissario D’Amico «nel farsi carico del problema e nell’avviare un immediato processo di soluzione». In merito invece alle contravvenzioni elevate, Confartigianato pur comprendendo «le specificità della situazione che si è creata, ancor meno risolvibile con la sussistenza dello stato di amministrazione commissariale del Comune», non nasconde il proprio disappunto «per il fatto che soluzioni di giustizia e buonsenso debbano essere rimesse agli organi titolari delle decisioni sui ricorsi».

L’ingiustizia In questo modo le imprese, «che si sottolinea non sono colpevoli di altro che di aver svolto il proprio lavoro» sono costrette – conclude l’associazione – «a subire in prima persona le ingiuste conseguenze delle incoerenze della normativa comunale, in termini di maggiori costi sia per sanzioni che per ricorsi, senza avere oltretutto alcuna garanzia su una soluzione positiva finale».

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