My Cicero Perugia: ecco come funziona

Dopo tante polemiche, abbiamo provato l’app per pagare il parcheggio: ecco pregi e difetti

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Comoda, semplice e conveniente. Superata la procedura di registrazione, forse un po’ farraginosa, l’app «My Cicero», con cui è possibile pagare il parcheggio sul territorio comunale, supera la prova ‘sul campo’.

Oltre le polemiche Tante polemiche hanno accompagnato la sua presentazione: il dibattito sui prezzi medi dei parcheggi – e in generale – sulla politica legata alla mobilità dell’amministrazione comunale, hanno mascherato i vantaggi che gli automobilisti possono ottenere utilizzando l’app: niente più corse al parcometro, niente più ricerca di monete nelle tasche, niente più ansia per la scadenza di orario di copertura.

Pagamento al minuto Con My Cicero si può scegliere di pagare solo i minuti di sosta reale, stabilendo un orario e poi interrompendo l’addebito non appena si torna all’auto. Oppure, in caso di piccole soste che poi si prolungano all’improvviso, aggiungendo credito di volta in volta, di mezz’ora in mezz’ora: un’icona sul display del cellulare funge da promemoria. Le notifiche di inizio e fine sosta arrivano anche via mail. Non c’è invece (e sarebbe comoda) la funzione ‘alarm’ per avvisare con un cicalino quando si avvicina l’orario di fine validità.

App My Cicero parcheggio perugia SipaProva sul campo Noi abbiamo fatto tutta la procedura senza particolari intoppi: dal download, alla registrazione, alla ricarica, al pagamento della sosta. Precisamente in via Palermo, il tempo di un caffè, per vedere l’effetto che fa. E l’effetto è buono. Certo, c’è la solita incognita legata agli utilizzatori non proprio avvezzi con le app di uno smartphone, ma questo del resto è un limite legato a tutte le nuove tecnologie. Vorrà dire che i nonni se lo faranno spiegare dai nipoti oppure, in mancanza d’altro, continueranno a pagare con le monete. Altra incognita – anche questa non legata al funzionamento dell’app – quella relativa alla copertura di rete: in assenza di campo, le procedure si fanno lente e se non c’è linea non è possibile usare l’app, con l’icona baffuta che continua a lampeggiare sul display.

Voci non utilizzabili A parte gli intoppi legati ai problemi di linea, nei primi utilizzi, per fortuna, non abbiamo rilevato particolari bug: l‘app non si è bloccata e le funzioni erano tutte accessibili. Peccato che però solo poche di queste fossero realmente utilizzabili a Perugia. Anzi, a conti fatti, nel territorio di Perugia, l’app funziona solo per il pagamento dei parcheggi nelle strisce blu. Non è possibile acquistare abbonamenti o permessi ZTL (cosa che invece, con la stessa app, si può fare nella città di Orvieto, tanto per rimanere in Umbria), non si possono pagare le ore di sosta nelle autorimesse private (solo a Roma) o negli aeroporti (solo Milano e Verona).

Solo convenzionati Fra le soluzioni di trasporto, in teoria sarebbe possibile acquistare il biglietto per i mezzi pubblici, ma solo per vetture ‘targate’ Trenitalia, Atac e Tua. Niente BusItalia, tantomeno Minimetrò. Anche per questo, le soluzioni di viaggio proposte non contemplano mezzi non inseriti fra gli accordi commerciali, creando alcuni paradossi: chiedendo come arrivare dal centro a Pian di Massiano (tragitto che si percorre agevolmente col Minimetrò), l’app non trova percorsi disponibili. Certo, non parliamo di Google Maps, quindi in teoria l’app non avrebbe l’obbligo di essere esaustiva, ma certo dare tutte le opzioni aiuterebbe a dare un servizio all’utente, magari indicando quali biglietti è possibile acquistare con l’app e quali per altre vie.

Solo strisce blu Addirittura, in altre regioni, con MyCicero è possibile acquistare pure i biglietti per concerti ed eventi. Non in Umbria però. Ovviamente l’app è configurata con tutte le opzioni possibili perché in teoria un utente può ritrovarsi in altre città dove alcune funzioni sono invece utilizzabili, ma tutte queste voci creano all’inizio un po’ di confusione (e magari anche un po’ di frustrazione) nell’utilizzatore perugino, che alla fine, dopo aver smanettato un po’, si rende conto che può ‘solo’ pagare il parcheggio in posti pubblici.

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