«Leggere e verificare sul sito i dati Istat, sul fenomeno emigrazione dei giovani per fascia di età, soprattutto il dato che ha contraddistinto l’Umbria è desolante: i nostri giovani, le energie più fresche e preparate lasciano l’Italia. La crisi di questi anni ha fortemente inciso, la mancanza di prospettive e di lavoro hanno prodotto il disastro. Il segno meno è per tutti. I dato che però deve farci riflettere è quello letto nel quadriennio in Umbria ove il nostro Comune è il peggiore in senso assoluto».
L’esodo A parlare così è il capogruppo di Forza Italia al Comune di Narni, Sergio Bruschini, che poi spiega: «I giovani che hanno lasciato Narni per altre regioni o per andare all’estero, nella fascia di età compresa tra i 25 e 40 anni è pari al 12,5% ovvero 496. Se la popolazione di Narni scende, nonostante l’immigrazione di extracomunitari, sotto i 20 mila abitanti, un motivo ci sarà e questo qui citato è purtroppo è il motivo più preoccupante: l’esodo dei giovani».
L’indignazione Bruschini chiarisce che «non intendo addossare ora responsabilità a qualcuno in particolare. Le responsabilità sono molteplici e comunque lanciarle a mo’ di spot non risolverebbe il problema. Il motivo per il quale invece mi indigno è che questi dati a conoscenza ormai condivisa e quanto mai drammatica, non ci facciano sobbalzare sulla sedia e in modo determinato coinvolgere la comunità in una analisi condivisa del fenomeno e al tempo stesso cercarne almeno delle soluzioni».
La proposta E lancia un’idea: «Questa città, tutta la sua classe dirigente e politica, sembra ripiegarsi su sé stessa a volte troppo presa in sole analisi di cronaca cittadina, discutendo invece troppo poco di temi che ci riguardano da vicino e soprattutto determineranno il nostro futuro. La mia ricetta? Magari ne avessi una! Dico che il menù va invece scritto a più mani ed è ora che in questa città si torni a discutere di politica, di economia e di sociale in modo forte e convinto e si abbandoni in parte la liturgia stantia di consigli spesso inutili e poco convincenti. Propongo per questo la convocazione di una sorta di ‘Stati generali della città’, ove tutte le migliori energie, risorse, intelligenze, forze sociali, politiche ed economiche, possano discutere e riprogrammare una Narni che pur nelle diversità sappia insieme costruire un nuovo futuro. Lo dobbiamo al nostro futuro lo dobbiamo ai nostri figli».