Natan, bimbo autistico che gioca a rugby

Perugia, la mamma: «La palla ovale ci sta aiutando tantissimo, insieme alla riabilitazione in un centro specializzato»

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Il pallone ovale ha restituito serenità e sorriso ad una famiglia con un figlio autistico.

Un figlio autistico «La diagnosi è arrivata quando Natan, il terzogenito aveva due anni», racconta la mamma Isabella Manenti. «D’accordo con mio marito Stefano abbiamo deciso che piangerci addosso, chiuderci in casa, nascondere il problema, sarebbe stato un danno anche per gli altri due figli, Nicole, di 12 anni e Thomas di 8, che già da tempo giocavano a rugby. Proprio quello sport ci sta aiutando tantissimo, insieme alla riabilitazione in un centro specializzato. La condivisione con tanti genitori ci ha incoraggiato a proseguire su questa strada, ed i risultati si vedono».

Il rugby Di questo sport ne parlano a’Testimonianze dall’Umbria’ – la trasmissione condotta da Mario Mariano su Tef Channel – Roberto Barbadori (vice presidente di Rugby Perugia junior, società che ha organizzato un torneo che ha visto impegnati centinaia di giovani provenienti da tutta Italia) e l’avvocato Claudio Cimato (ex atleta e grande appassionato): «Si resta rugbisti anche dopo aver attaccato le scarpette al chiodo. Nel rugby non potrà mai accadere ciò che oramai con grande frequenza si verifica in altri sport, ad esempio il calcio. I genitori non sono rivali, eventuali mele marce, persone cioè che non afferrano in tempi rapidi lo spirito di questa disciplina, o escono spontaneamente oppure vengono allontanate».

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