Nestlé: «Gli esuberi sono confermati»

Perugia, la multinazionale lo ha ribadito alla presidente Marini, al sindaco Romizi ed ai sindacati: 340 addetti sono considerati di troppo. Presto un incontro a Roma

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di P.C.

La posizione di Nestlé è chiara ed è stata ribadita anche giovedì mattina a Perugia, nel vertice a tre con istituzioni e sindacati: 340 esuberi erano e 340 restano. Il resto è filosofia. Fuori i lavoratori, in piazza Italia, bloccati con le loro bandiere senza poter nemmeno sfilare. Dentro i vertici italiani della multinazionale belga, la presidente della regione Catiuscia Marini, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e i rappresentanti delle sigle sindacali. L’incontro è interlocutorio: ci si rivedrà a Roma, nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico, in un nuovo tavolo che sarà convocato delle istituzioni a cui – si spera – dovranno partecipare i vertici internazionali.

PARLA NESTLE’ – IL VIDEO

Esuberi confermati I sindacati, manco a dirlo, non sono contenti: «La multinazionale – spiegano in un comunicato Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil – ha sostanzialmente confermato quanto espresso la scorsa settimana in un comunicato stampa a firma dell’amministratore delegato di Nestlé Italia Leo Wencel, ovvero la volontà di tagliare 340 posti di lavoro in Perugina». Eppure, secondo i sindacati, una soluzione ci sarebbe, anzi a ben vedere era già stata trovata: «Per difendere i posti di lavoro e rilanciare l’azienda perugina, va implementato in primo luogo il piano industriale, così come immaginato nell’accordo del 2015, che aveva proprio l’obiettivo di superare le criticità strutturali dell’azienda, a partire dalla forte stagionalità delle produzioni».

PARLANO I LAVORATORI – IL VIDEO

Le recriminazioni Per fare questo però, hanno osservato i sindacati, «serve più tempo e servono strumenti aggiuntivi anche in termini di welfare. Il piano sociale condiviso nell’accordo ad oggi necessita di un ampliamento in termini di durata e di strumentazione. Se nel 2015 ci aveste chiesto di firmare un piano che prevedeva 340 esuberi non lo avremmo mai fatto – hanno detto i rappresentanti della Rsu nel confronto con l’azienda – quindi, noi che continuiamo a credere nelle potenzialità del piano e della nostra fabbrica, vi chiediamo di mettere da parte i licenziamenti e sviluppare le grandi potenzialità che Perugia può offrire come città del cioccolato».

«Un piano da 60 milioni» La posizione di Nestlé è stata poi ribadita in una nota ufficiale, dove si ricorda che il progetto «procede secondo tempi e termini presentati un anno fa a istituzioni e parti sociali. Primi risultati dell’export di Baci Perugina che registrano una crescita di oltre il 40%. Allargamento del mercato italiano con il rilancio delle tavolette Tablò e di altri nuovi prodotti. Una Perugina che continuerà a confermarsi secondo player del mercato del cioccolato in Italia per numero di occupati e San Sisto come lo stabilimento di Nestlé con il maggior numero di addetti nel nostro Paese. Nell’incontro con Regione, Comune e Rappresentanze sindacali, Nestlé Italiana ha respinto fermamente le accuse di non rispettare gli accordi sottoscritti, mettendo sul tavolo il peso di queste evidenze che confermano la scelta del gruppo di fare di San Sisto il polo di eccellenza nella produzione dei Baci Perugina e del cioccolato Perugina, per l’Italia e per l’estero, e smentiscono quanti in questi giorni hanno parlato di disinvestimenti, ridimensionamenti e passi indietro dell’azienda rispetto agli accordi presi».

Gli esuberi «Il piano industriale concordato lo scorso anno – prosegue il comunicato della multinazionale – prevede investimenti per lo sviluppo commerciale e l’ammodernamento degli impianti produttivi, nonché un dettagliato piano sociale che si propone di conseguire il necessario riequilibrio degli organici entro il termine della cassa integrazione, attraverso la ricollocazione professionale interna al gruppo o presso altre aziende del territorio, l’incentivo all’esodo e il prepensionamento. La situazione di squilibrio occupazionale derivante dal divario tra le ore lavoro disponibili e quelle necessarie denunciata dall’azienda alle rappresentanze sindacali già dal 2014 è stata tamponata, in questi anni, dal ricorso agli ammortizzatori sociali. Quindi non c’è alcun ridimensionamento del piano industriale previsto».

Il vertice Mentre ai piani nobili di palazzo Donini di Perugia andava in scena il vertice tra la presidente della regione Catiuscia Marini ed i rappresentanti della Nesltlé, i lavoratori sono rimasti in strada, a masticare veleno, senza nemmeno avere la possibilità di sfilare, nervosi e arrabbiati: «Il comportamento della Nestlé non ha senso – dice Simona Marchesi (Flai Cgil) – la decisione sui tagli non è motivato da una sofferenza economica o da una scarsa redditività di Perugina. Tutt’altro. Ci dicono: siete bravi, lavorate bene, ma dobbiamo tagliare. Ci sentiamo traditi».

Riunione interlocutoria L’incontro è stato lungo è complesso. Ma se possibile il ‘post’ è stato ancora più articolato, con tre distinti momenti di confronto con la stampa: sindacati, Nestlè, istituzioni. Prima Gianluigi Toia di Nestlé Italia, poi Romizi e Marini, gomito a gomito al tavolo della conferenza a difendere gli operai. Intanto i sindacati, dopo un breve colloquio con la stampa, erano già andati via e la manifestazione sciolta nella delusione di un’altra giornata interlocutoria. L’incontro veramente decisivo – a questo punto – sarà a Roma, con il Governo.

Il tavolo al Mise Saranno Regione e Comune a sottoporre la questione al Governo e chiedere la convocazione del tavolo. «Quello che abbiamo chiesto all’azienda – dice la Marini – è che nel prossimo anno vengano studiati piani industriali per il rilancio della fabbrica perugina per arrivare a un accordo che possa mettere in campo strumenti che diano nuove prospettive di lavoro». «Da qui al giugno 2018 – ha puntualizzato Romizi – abbiamo un significativo lasso temporale, quello che noi abbiamo chiesto è che questo lasso di tempo non venga utilizzato solo per fare colloqui per ‘ricollocare’ i dipendenti ma anche per studiare un piano di rilancio per San Sisto»

MARINI E ROMIZI – IL VIDEO

«Hub del cioccolato» La richiesta è che «si parli di piani industriali, non di piani sociali. A Nestlé si chiede di investire su Perugia. Non solo sui Baci. Magari anche sui biscotti per i gelati, tanto per essere chiari. E sul cioccolato in generale. Il capoluogo umbro deve diventare un hub del cioccolato», questa la richiesta. Poi, per il resto (per esempio sull’idea del parco tematico a supporto del Museo e della Casa del Cioccolato) Regione e Comune sono disposti a dialogare e supportare iniziative collaterali, ma che siano parallele al rilancio industriale.

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