‘No inceneritori Terni’: «Ascoltaci sindaco»

In merito alla pianificata vendita delle quote Asm del Sii, il comitato chiede un incontro a Leonardo Latini, ai capigruppo e al presidente del consiglio comunale

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del comitato ‘No inceneritori Terni’

Egregio signor sindaco, in seguito alle ultime intenzioni manifestate dalla Sua giunta, in merito alla pianificata vendita delle quote Asm del Sii, è lecito cominciare a farsi qualche domanda in merito a quali siano le sue intenzioni in merito al futuro del Comune di Terni. Chiediamo quindi a lei e al presidente Ferranti di convocare entro il 27 dicembre l’incontro coi capigruppo, impegno preso pubblicamente dallo stesso presidente del consiglio comunale.

In particolare le chiediamo di rispondere al legittimo dubbio che, in realtà, non esista un vero piano di risanamento delle disastrose condizioni finanziarie del Comune, che non consista nella semplice, dilettantistica e sciagurata decisione di (s)vendere il patrimonio collettivo della cittadinanza ternana. Si sentono pronunciare parole come ‘risanamento’, ‘razionalizzazione delle partecipate’, ‘piani di rientro del debito’, e l’impressione è che non mascherino altro che la volontà di privatizzare, vendere, fare cassa, e svuotare un piatto ricco nel quale hanno già mangiato in tanti, troppi. Non vorremmo insomma ritrovarci con qualche sorpresa sotto Natale che possa facilitare ulteriormente la cessione delle quote di Asm nel Sii e di Acea, che prenda spunto magari dai pareri espressi dalla Corte dei Conti e dai vari esperti interpellati.

Sembra che il Comune da lei guidato non voglia far altro che gettare la spugna, ammettendo la propria incompetenza a gestire correttamente servizi che, altrove, e nemmeno troppo lontano, invece che produrre debiti generano profitti, ad un costo inferiore per la collettività. Sindaco, lei è così sicuro che non esistano altre soluzioni praticabili oltre alla resa, completa e definitiva? È questa l’idea di futuro che avete in mente? Quella di risolvere il problema della cattiva gestione del patrimonio comune attraverso la sua completa eliminazione? È dunque impossibile pensare ad una giunta comunale che gestisca i servizi essenziali, come l’acqua, la raccolta dei rifiuti, il suolo, e la stessa aria che respiriamo, e che lo faccia secondo l’interesse della collettività

Perché deve essere chiaro: cedere il servizio idrico ai privati non è altro che una resa del Comune, della politica, e della semplice idea che i servizi essenziali possano essere gestiti dal pubblico nell’interesse dei cittadini. Dunque, signor sindaco, se non meritiamo di poter considerare l’acqua come un bene dei cittadini di Terni, almeno meritiamo una risposta chiara e tempestiva riguardo le intenzioni di questa giunta. Per non doverci ritrovare, di nuovo, a scoprire all’ultimo momento che l’acqua è diventata un lusso per la nostra città.

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