Nodi vecchi e nuovi, sindaco sulla graticola

Terni: la mancanza del numero legale sul passaggio delle quote Sii da Asm ad Acea ha rivelato le debolezze politiche della maggioranza. E riportato a galla tensioni

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di F.T.

Può andare in crisi un’amministrazione comunale in cui il solo partito di maggioranza conta in città sul 40% secco dei voti? Pare di sì. Accade a Terni dove i nodi – vecchi e nuovi, irrisolti – si incrociano andando a costituire quella sorta di graticola immaginaria dove, nonostante l’onda ‘verde’ del successo alle elezioni regionali e un periodo di relativa tranquillità – rimpasto in perenne rampa di lancio a parte – sindaco e amministrazione sono tornati a cuocere. E sembra un po’ di rivedere certe scene del passato, quando non erano le opposizioni – e le proteste extra consiliari – a creare i maggiori grattacapi a chi comandava in Comune, quanto questioni più interne, politiche sì ma nel senso forse meno ideologico e più strumentale del termine.

Il ‘flop’ in consiglio comunale

Il passaggio consiliare della delibera di giunta sulla cessione ad Acea del 15% delle quote detenuta da Asm nel Sii, ha affermato – plasticamente – la sostanziale debolezza della maggioranza attuale. A cui, nonostante i nuovi ‘acquisti’, basta un raffreddore o qualche impegno personale – per il sindaco Latini le assenze di martedì (Maggiora, D’Acunzo in quota Lega e Dominici per Forza Italia) sono giustificate e non nascondono alcun mistero – per far partire la frenetica conta dei presenti e capire se si ‘resta a galla’. I motivi sono diversi. Da un lato c’è una realtà consiliare – Uniti per Terni – che oggi conta su quattro figure che potrebbero presto salire a cinque, se non a sei: peso specifico in ascesa in un contesto politico marcatamente trasversale, ‘civico’ per chi lo ha originato. Non tenerne conto è diventato, oggi, meno facile di ieri per chi amministra.

La vicenda Asm/Acea

Poi c’è il merito della cessione delle quote Sii in capo ad Asm, ad Acea. Un’operazione effettivamente percepita come frettolosa – anche se in molti sapevano da tempo -, basata sui pareri tecnici e che si pensava ‘sigillata’ dalle argomentazioni a difesa date dal sindaco Latini lunedì in commissione. Elementi che non sono bastati, anche all’interno della stessa maggioranza consiliare, per convincere tutti. C’è infatti – più di un consigliere pare – chi vuole capire meglio, anche per evitare ‘grane’ personali: le numerose osservazioni tecniche e il richiamo del M5s alle possibili conseguenze anche in ottica Corte dei conti, avrebbero fatto drizzare diverse antenne a palazzo Spada. Ri-calendarizzare il punto in assemblea non sarà facile né automatico. Forse accadrà ad anno nuovo, quando lo scenario – anche politico – potrebbe essere più chiaro e delineato.

Le questioni ‘interne’

Che il primo cittadino e chi lo sostiene di più, abbia comunque accusato il ‘colpo’, non è un mistero. Dimissioni? Se il quadro politico e amministrativo dovesse precipitare, sono un’eventualità. Ma prima si dovrebbe cercare di fare chiarezza, serrare le fila, togliersi qualche sassolino. In maggioranza c’è pure chi non è contrario a priori a dialogare con realtà come Uniti per Terni, appunto, per trovare la solidità necessaria per andare avanti. Ma anche il gruppo M5s non pare impermeabile ad un eventuale confronto sui temi. Eventualità connesse anche al fatto che la Lega, in consiglio comunale ma proprio come partito in sé, ha al proprio interno nodi mai risolti, che il rimpasto post-regionali poteva contribuire ad allentare. Uno di questi, se non il principale, è il dualismo sindaco-commissaria del partito – ovvero Latini/Saltamartini – con una delle ultime frizioni che sarebbe rappresentata dal ‘niet’ della seconda al passaggio, nel gruppo consiliare ‘verde’, di due elementi come la ex M5s Braghiroli e la stessa ex Lega Musacchi. Perché considerate vicine all’ex assessore comunale – ora regionale – Melasecche che con la Saltamartini vive un po’ lo stesso dualismo del primo cittadino. Questo per dire che le grane non spuntano mai da sole, ma ce n’è sempre qualcuna a corredo pronta a tornare a galla. E per chi amministra il Comune sono giornate di tensione e riflessione: con un’artiglieria come quella uscita a suo tempo dalle urne e ribadita anche ad ottobre, chi lo avrebbe detto?

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