Nomine sanità, arriva l’esposto in Procura

A presentarlo i due consiglieri 5 stelle Liberati e Carbonari che, dopo le parole dell’ex assessore Barberini, chiedono sia fatta luce sul rispetto della normativa vigente

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C’è puzza di bruciato. Ne sono convinti i consiglieri 5 stelle Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari che lunedì mattina hanno presentato un esposto in procura perché l’autorità giudiziaria possa accertare la regolarità della procedura di nomina dei nuovi direttori generali delle aziende ospedaliere e sanitarie umbre  e che vedranno Andrea Casciari a capo della Usl Umbria 2, Maurizio Dal Maso all’ospedale di Terni, Emilio Duca a Perugia e Imolo Fiaschini alla Usl Umbria 2. Gli incarichi, conferiti nella seduta di giunta lo scorso 16 febbraio, decorreranno a partire dal 1 marzo prossimo.

L’ex assessore A far insospettire i due consiglieri sono state le parole dell’ex assessore alla sanità Luca Barberini, durante la conferenza stampa del 18 febbraio in cui lo stesso ha spiegato le motivazioni alla base della sua decisione di lasciare l’incarico. Per il gruppo di opposizione in consiglio regionale, l’ex assessore «mette in dubbio la ritualità delle nomine sanitarie da parte della giunta». Nomine che sono state fatte senza la sua partecipazione, «quando non c’era alcuna urgenza di fare e chiudere tutto in pochi giorni, o meglio in pochissimi minuti».

Nell’esposto inviato alla procura della repubblica di Perugia si ricorda come, a detta dell’ex assessore, «solo nella notte tra il 15 e il 16 febbraio 2016 si sarebbero espressi i gradimenti circa i candidati, in assenza dell’assessore alla sanità». Nomine che, secondo Liberati e Carbonari, sarebbero irrituali e illegali, «inopinatamente effettuate dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, facendo nei fatti intendere che per la presidente fosse pressochè inutile presentare curricula, come viceversa stabiliscono le norme stabilite per le nomine in sanità, perché, testualmente, ci si sarebbe limitati a un ‘semplice ragionamento’, mentre occorreva una ‘valutazione più attenta’». In un passaggio fatto da Barberini in conferenza stampa, lo stesso ex assessore aveva infatti dichiarato i suoi dubbi sul fatto che fosse stata fatta una valutazione dei curriculum, come se il percorso fosse stato già costruito, «una lotta tra bande e rappresentanti di aree politiche».

Affermazioni, quelle di Barberini, smentite neanche qualche ora dopo dalla presidente Marini nel corso di un’intervista con umbriaOn. Per Liberati e Carbonari, in ogni caso, occorre accertare il rispetto del Dl 502 del 1992 che disciplina il reclutamento e la determinazione dei requisiti per l’accesso alla direzione sanitaria aziendale e la Legge regionale approvata lo scorso 9 aprile ‘Testo unico in materia di sanità e servizi sociali’. In particolare l’articolo 3 che concerne i criteri di nomina, allorquando si specifica che la Regione provvede alla nomina dei direttori generali «attingendo obbligatoriamente all’elenco regionali di idonei […] costituiti previo avviso pubblico e selezione effettuata, secondo modalità e criteri individuati dalla regione, da parte di una commissione costituita dalla regione medesima in prevalenza tra esperti indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti, di cui uno designato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali […]. Alla luce di questo, i due consiglieri chiedono che siano svolte «le più opportune indagini al fine di stabilire se siano state commesse violazioni di legge, anche penalmente rilevanti».

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