Norcia: «Case popolari segno di speranza»

Consiglio comunale ‘aperto’ e poi una serie di cerimonie, tra le quali la consegna di dieci appartamenti realizzati dall’Ater e di dodici Sae ad Avendita

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di L.P.

Un minuto di silenzio in ricordo delle vittime. Così si è aperto a Norcia il consiglio comunale ‘aperto’ a un anno di distanza dall’inizio della scia sismica che ha colpito il centro Italia.

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«Stare insieme» Ad aprile il consiglio è stato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno: «C’era la necessità sentita con la presidente della Regione Catiuscia Marini di fare il punto della situazione. Nostra comunità è stata più duramente colpita dal terremoto 30 ottobre che da quello del 24 e nelle ore successive abbiamo deciso di rinunciare ad aiuti della Prociv nazionale per elevato numero vittime del resto d’Italia, potevamo far fronte con nostre forze. Oggi è un momento per stare insieme con la comunità con cui abbiamo lavorato in questo difficilissimo anno di cammino. Grazie a tutti i ‘colori della solidarietà’, tutti i volontari e le forza dell’ordine e della polizia. Insieme ci avete aiutato a non sentirci soli». A seguire l’intervento della Marini: «Prima di tutto un pensiero ai più anziani, loro che vogliono solo stare nella propria casa. E ai bambini più piccoli, già segnati da queste difficoltà. Un pensiero a Barbara e Matteo che sono morti a Amatrice e a tutte le vittime, ma anche a Ischia oggi perché sappiamo cosa significa gestire l’emergenza. Sette scosse di magnitudo importante, 62 tra il 4° e il 5° grado; 1086 tra il 3° e il 4°. Abbiamo convissuto con più terremoti con conseguenze pesantissime. Grazie al prefetto, al questore, ai carabinieri, alla polizia di Stato e alla guardia di finanza. Ringraziamento alla Protezione civile e ai vigili del fuoco. L’Italia deve essere orgogliosa di questi uomini e donne e non siamo secondi a nessuno in questo. Un ringraziamento anche agli uffici del Ministero dei beni culturali e al sistema scolastico regionale».

IL SINDACO ALEMANNO: «FATTO MEGLIO DI ALTRI» – IL VIDEO

Sms, fondi e direzione La presidente della Regione ha quindi sottolineato che «gli sms solidali non sono stati ancora utilizzati per la spesa, li useremo per fare delle cose in concerto con governo e sindaci. Non saranno sostitutivi dell’ impegno delle istituzioni». A Norcia presenti anche il vice presidente regionale Fabio Paparelli e gli assessori Fernanda Cecchini e Antonio Bartolini. «La direzione – ha aggiunto la Marini – che abbiamo preso è stata quella di impegnarci parallelamente, sia nella gestione dell’emergenza che della riduzione graduale delle zone rosse, anche facendo tesoro degli errori che, su questo fronte, sono stati fatti in passato».

TUTTO SUL TERREMOTO IN UMBRIA

‘Casette’ e spiegazioni Lungo discorso sulle Sae: «800 nuclei familiari per 1600-1700 persone. Potevamo scegliere rapidamente di dare 800 alloggi già esistenti di case disponibili in questa regione, ma avrebbe significato rescindere radici in un territorio difficile come l’Appennino. Sarebbe stata una scelta complicata e avrebbe favorito lo spopolamento. Non ci abbiamo messo otto mesi per mettere 130 casette, bensì per fare lavori, urbanizzazione, territorio etc.. Le regole di ingaggio pubbliche devono per forza essere diverse da quelle private e richiedono tempi lunghi, ma noi siamo convinti che abbiamo fatto la scelta migliore per le famiglie che a poco a poco potranno ritornare tutte nella propria terra. Al 30 ottobre saranno consegnate tutte le casette ai destinatari individuati, con una coda delle ulteriori 99 casette successivamente ordinate dal Comune di Norcia che verranno consegnate entro novembre».

LA PRESIDENTE MARINI: «ORA LA RICOSTRUZIONE» – VIDEO

I dati su scuole, opere pubbliche, viabilità e strutture sanitarie

Le macerie Su questo argomento la Marini ha puntualizzato che «lamentano ritardi, ma forse non tutti sanno che non basta una ruspa e un trattore. Quelle private sono dei cittadini e devono essere fatte in condivisione con loro, anche nell’ottica della ricostruzione. Che sì deve essere veloce, ma l’Umbria ha una tradizione che non può perdere, quella della sicurezza: dal 1979 c’è una legge regionale per il controllo delle costruzioni, poi classificazione sismica del territorio. Non è burocrazia, ma sicurezza. E fa la differenza tra vita e morte». La stima complessiva delle macerie è di circa 100 mila tonnellate e la ‘governance’ per il ciclo di rimozione, trasporto, trattamento, recupero e smaltimento è operativa: a gestire il tutto è la Valle Umbra Servizi (circa 18 mila le tonnellate raccolte al momento).

Le regole e i beni culturali Un punto sul quale la presidente della Regione ha voluto soffermarsi ancora: «Sono fondamentali. L’Umbria fa differenza perché ha piani regolatori, classificazioni, 1,5% abusivismo che riguarda solo annessi e portici. Cosa ci farà andare più veloce? Stanziamenti di risorse. Ad oggi sono stanziati 13,1 miliardi dei 24 previsti. Sia per le case che per gli edifici commerciali il meccanismo del credito di imposta permetterà ai cittadini di decidere coi tempi propri. Questo ci farà andare più veloce. Il com’era non esiste, esiste solo il dov’era. Non abbiamo mai abbandonato neanche la più piccola frazione dopo il sisma. Sui beni culturali dobbiamo fare quel salto che non siamo riusciti a fare nel 1997. Dopo quel sisma si è scelta la strada di aumentare il miglioramento sismico degli edifici, è stata operata la riclassificazione e la microzonazione sismica del territorio. Questo bagaglio di norme e conoscenze renderà più veloce questa ricostruzione favorita, rispetto al passato, anche dal fatto di poter contare su risorse certe. In Umbria abbiamo gente di qualità, e questa è una sfida che possiamo cogliere e che siamo in grado di vincere».

Il riepilogo sulle schede

La Provincia di Perugia Ad intervenire per l’ente è stato il vice presidente Roberto Bertini: «Quando eravamo già intervenuti per ripristinare la viabilità e rimuovere problemi di stabilità sia sulle scuole di Norcia che di Spoleto – ha ricordato – è intervenuto il terribile terremoto del 30 ottobre che ha rimesso in discussione quanto già realizzato ed obbligato a rivedere l’intera progettazione. In questo lasso di tempo sono stati effettuati nelle zone del cratere 22 interventi stradali per un importo di 3,5 milioni di euro e al momento sono in corso gare d’appalto per 10 milioni di euro e la parte più consistente delle opere di ripristino della viabilità sta riguardando la strada Norcia-Castelluccio alla quale si è riusciti a garantire la parziale riapertura dalle 6 del mattino alle 22, ma che nei prossimi mesi sarà oggetto di opere per la definitiva messa in sicurezza di ripristino della sede stradale». La Provincia nel frattempo ha avanzato ulteriori richieste di finanziamento relativi agli ulteriori 24 interventi su queste strade.

L’assistenza alla popolazione e i danni Nella circostanza è stato fatto il punto della situazione. I nuclei familiari residenti a Norcia (al 24 agosto 2016) erano 2171: per 115 c’è stata la sistemazione alberghiera, per 353 l’autonoma sistemazione. Le Sae sono 101, 18 nella frazione di San Pellegrino e le restanti a Norcia. Passando al censimento dei danni, le ordinanze emesse per notifica esiti sono state 670, i sopralluoghi e stesura verbali gts 172 e le ordinanze sindacali per opere di messa in sicurezza 31. Le istanze ricevute ammontano a 3 mila 230, mentre le schede registrate sono 2 mila 422. Campi accoglienza da 500 persone e servizi mensa per 1000 pasti al giorno.

Catiuscia Marini e Nicola Alemanno

«Partire dal ricordo delle vittime» «La ricostruzione – aveva invece sottolineato la Marini in apertura di giornata al centro funzionale della protezione civile, a Foligno – non deve essere solo veloce ma soprattutto di qualità e sicura. Il modello Umbria che si è formato nel corso degli anni e ha fatto tesoro delle esperienze passate come quelle del 1979 e del 1997  è un modello che prima di tutto pensa alla protezione delle persone e può servire a tutto il Paese. Il 24 agosto è la scossa di Amatrice e di tutta l’Italia Centrale. Dobbiamo partire dal ricordo delle vittime e dal dolore dei loro familiari – ha proseguito – che deve essere un monito di quello che dobbiamo fare pensando alla ricostruzione e all’attività ordinaria delle amministrazioni». All’incontro hanno partecipato anche il vice presidente Paparelli, rappresentanti delle amministrazioni ed istituzioni umbre, associazioni di volontariato, operatori della protezione civile, corpi dello Stato, forze dell’ordine e del dipartimento nazionale della protezione civile. La Marini ha ringraziato anche l’ex capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, dimessosi di recente.

La ricostruzione «Ora – le parole pronunciate a Foligno – facendo tesoro dell’esperienza passata e di quanto è stato fatto dal 1979 ad oggi per innalzare il livello di sicurezza del territorio, dalle normative specifiche di natura edilizia ed urbanistica, alla zonazione sismica, alla riclassificazione del territorio, ripartiamo per avviare una ricostruzione che dovrà ulteriormente innalzare il livello di sicurezza e di qualità e che avrà dunque bisogno dei suoi tempi. Quando si entrerà nel vivo della ricostruzione ci sarà bisogno di definire un nuovo ruolo ed un maggiore protagonismo delle istituzioni locali, proprio perché c’è differenza tra i territori delle diverse regioni colpite dal sisma. Un ruolo importante nella fase dell’emergenza è stato giocato anche dal sistema sanitario regionale che ha funzionato nella gestione e che ha supportato anche Amatrice nel Lazio, e la sanità veterinaria che è stata presente sul campo soccorrendo animali nelle stalle e allevamenti diffusi in tutto l’Appennino».

Le Sae Riguardo alla ricostruzione Marini ha sottolineato come «in alcuni casi sarà necessario uno studio approfondito dei territori. Un grazie particolare alla Protezione civile, ai 2 mila 500 volontari umbri che si sono alternati sull’emergenza e ai vigili del fuoco per tutto quello che hanno fatto e stanno facendo». Per quel che concerne le Sae, il responsabile della Protezione civile Alfiero Moretti ha ricordato che «il programma sarà chiuso nei prossimi tre mesi». E intanto sono state consegnate, ad altrettanti nuclei familiari, le prime dodici casette nella frazione di Avendita del comune di Cascia,

L'appartamento di Elisei

Le case popolari Non erano state solo le strutture più vecchie ad essere distrutte dal terremoto. C’erano anche sono anche edifici ancora in costruzione, appena finiti di imbiancare, nel lungo elenco di strutture diventate inagibili dopo il sisma dello scorso 30 ottobre. E tra questi anche gli alloggi popolari dell’Ater. «Io abito nelle case popolari più vecchie – raccontava Roberto Alisei dopo la scossa più forte, quella di ottobre – ce le hanno consegnate nel 1999. Col terremoto del 24 agosto sono state dichiarate immediatamente inagibili. Siamo dovuti uscire tutti, sin da subito. C’è chi ha dormito per settimane intere nelle proprie auto, chi ha cercato riparo da amici e parenti e chi, alla fine, si è spostato in un albergo. Ma abbiamo dovuto vedercela da soli, nessuno ci ha aiutato».

La rinascita Nel pomeriggio di giovedì, poi, sono stati consegnati dieci nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica in località Sant’Eustachio di Norcia, realizzati da Ater Umbria nell’ambito del Piano triennale di edilizia residenziale pubblica. A ricevere gli appartamenti sono stati gli inquilini di immobili di edilizia residenziale pubblica le cui abitazioni erano state dichiarate non agibili.
«È una giornata importante – ha sottolineato la presidente Marini – perché consegniamo un primo blocco di case vere, con abitazioni degne di questo nome. L’Ater – ha proseguito – ha dimostrato una grande capacità di programmazione e di gestione dell’edilizia residenziale pubblica oltre che di capacità innovativa. Un lavoro di grande qualità che rappresenta un valore aggiunto anche per portare avanti il programma complesso di edilizia residenziale pubblica legato alla ricostruzione per un importo complessivo di 12 milioni di euro. Continuiamo a lavorare – ha concluso – facendo un gioco di squadra e mettendo in campo elevate competenze tecniche».

              

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