Norcia: «Inevitabile crollo San Benedetto»

L’affermazione è di Marica Mercalli, Soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria

Condividi questo articolo su

L’affermazione è forte. Soprattutto perché a farla è Marica Mercalli, Soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria: «Nessuna opera di consolidamento avrebbe evitato il crollo della basilica di San Benedetto a Norcia, la scossa è stata troppo forte».

LA BASILICA PRIMA E DOPO IL CROLLO – IL VIDEO

La teoria Marica Mercalli, parlando a Sky Tg24, ha spiegato che alla conclusione si è arrivati al termine di una serie di analisi incrociate dei dati ed un confronto che lei stessa ha avuto «con alcuni ingegneri strutturisti» che le avrebbero confermato l’ineluttabilità del crollo.

LE ROVINE DI SAN BENEDETTO – IL VIDEO

Norcia prova a rialzarsiA neanche una settimana dall’ultima violenta scossa, quella di magnitudo 6.5 Che domenica mattina ha di nuovo squarciato e messo in ginocchio il centro storico, le aziende, gli edifici pubblici e quelli privati che avevano resistito a mesi di continue scosse, la città prova a rialzarsi.

norcia-terremoto-3-novembre-2016-2Riaperture Si riparte, quindi, fuori dalla zona rossa, con le prime agibilità di edifici e esercizi commerciali. Mentre il centro storico rimane del tutto inaccessibile, tra chi adesso però può riaprire c’è il Caffè Parigi, sul tratto esterno delle mura della città. «Ho avuto dalle autorità l’agibilità dell’edificio ieri sera, ora sto pulendo il locale perché il terremoto ha distrutto bottiglie, bicchieri, stoviglie e spostato le attrezzature e gli arredi. Ma domani mattina riapro», dice il titolare Andrea Coccia mentre offre caffè ai passanti. «È l’unica cosa che posso fare ora. L’edificio è risultato integro dopo l’ispezione, così come le abitazioni ai piani superiori, che però hanno l’accesso dalla zona rossa e quindi per il momento non sono raggiungibili. Credo di essere uno dei pochi ad aver avuto l’agibilità finora».

ministero-interno-norcia-terremoto-fabio-toniIl via libera è stato dato dai tecnici della protezione civile dell’Umbria e dai vigili del fuoco dopo una verifica strutturale. È il terzo bar che riapre a Norcia, che nel centro conta una novantina di attività commerciali, di cui alcune andate completamente distrutte. Un altro locale ha riaperto vicino a Porta Ascolana, anche questo ricavato lungo le mura, crollate per lunghi tratti del perimetro. Via libera anche per un chiosco a ridosso del centro, mentre nella zona industriale hanno potuto ripartire le attività di un caseificio e di una norcineria. «Norcia riparte, anche così, con queste prime riaperture – ha detto il vicesindaco Pierluigi Altavilla – Dove gli edifici hanno l’agibilità, le attività economiche riprendono. Questi sono segnali essenziali per ricominciare, ma ce ne aspettiamo altri».

Nicola Alemanno

Nicola Alemanno

A scuola La ‘promessa’, che è soprattutto la dimostrazione di come Norcia voglia – ferocemente – sopravvivere alla tragedia del terremoto e non voglia cedere allo scoramento, il sindaco Nicola Alemanno l’ha fatta davanti alle telecamere di Sky: «Vogliamo che le attività scolastiche riprendano entro la metà di novembre». E sogna di poterlo fare già da lunedì 14.

La reazione Quella del ritorno a scuola dei ragazzi, peraltro, sarebbe solo la dimostrazione plastica di come la città, ma il territorio nel suo complesso, stiano reagendo – dopo i primi giorni di comprensibile smarrimento – con quello spirito ‘montanaro’ che è stata ed è la sua forza. La conferma l’hanno avuta anche le massime cariche istituzionali – da Mattarella, a Renzi e Boldrini – durante le visite fatte in questi giorni.

IL SINDACO ALEMANNO INTERVISTATO DA UMBRIAON – IL VIDEO

I containers Il sindaco Alemanno sa quale potrebbe essere l’impatto, anche da un punto di vista psicologico, della decisione di riportare i ragazzi a scuola, anche se le lezioni si dovranno tenere all’interno di containers: «Abbiamo già un primo modulo – conferma – e stiamo lavorando per averne un secondo identico. Abbiamo già individuato le risorse e il donatore. A scuola torneranno gli studenti di elementari, medie e superiori, mentre per i bimbi delle materne potrà essere necessario qualche giorno in più ma ci stiamo attrezzando per fare il prima possibile».

Matteo Renzi alla Leopolda

Matteo Renzi alla Leopolda

Più personale ai comuni E intanto una bozza del decreto approvato dal consiglio dei Ministri prevede anche che i comuni colpiti dal terremoto possono assumere con contratti di lavoro a tempo determinato «con una durata compatibile con le risorse finanziarie stanziate ulteriori unita’ di personale fino ad un massimo di 350». Le figure professionali dovranno essere «di tipo tecnico o amministrativo per lo svolgimento delle attività strettamente connesse alla situazione di emergenza verificatasi». Sara’ il commissario straordinario per il terremoto, sentito il capo della protezione civile «previa deliberazione della cabina di coordinamento di ricostruzione» istituita con il decreto del 17 ottobre 2016 a determinare i profili professionali in questione e il numero massimo di unità di personale che ogni comune è autorizzato ad assumere a tempo. Questo provvedimento sarà adottato sulla base delle richieste avanzate dagli stessi comuni colpiti dal terremoto che avanzano richiesta al commissario entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto in questione.

La Leopolda E alla settima riunione della Leopolda che venerdì sera si è riunita a Firenze, un lungo applauso è stato dedicato alle popolazioni colpite dal terremoto. Presente anche la presidente della Regione Catiuscia Marini alla manifestazione incentrata sulla ricostruzione dopo il terremoto, la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico. «Dobbiamo credere alla scommessa del governo – ha detto la presidente – su Casa Italia, con cui per la prima volta ci occupiamo anche della difesa e della prevenzione. Ora non dobbiamo solo ricostruire. Certo, dobbiamo dare alla nostra gente certezze che torneranno nelle loro case e ricostruire i monumenti. Ma bisogna anche fare prevenzione. Per la prima volta non ci occupiamo solo dell’emergenza ma anche della difesa, abbiamo competenze scientifiche e tecnologiche per farlo», ha sottolineato.

La presidente Marini

La presidente Marini

Casa Italia «Abbiamo condiviso molto con il governo questa idea di passare dalla riparazione alla difesa e prevenzione, non può essere questa solo l’occasione di ricostruire. Questo lo dobbiamo alla nostra gente, che deve avere la certezza della ricostruzione delle case: rimetteremo anche i nostri monumenti». La ricostruzione sarà fatta con le tecniche, ha assicurato la Marini, con la ricerca scientifica ma non solo. «Ci serve anche l’intelligenza di mobilitare le capacità imprenditoriali e professionali. Casa Italia è anche questo, vogliamo credere anche nella scommessa della difesa dalle calamità».

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli