Novelli, i lavoratori assediano la famiglia

Nulla di fatto al Mise, due dei tre fratelli non firmano per la cessione e i lavoratori li vanno a cercare a casa

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Per il ministero dello Sviluppo economico; le Regioni Lazio, Lombardia e Umbria; i Comuni di Amelia, Spoleto e Terni; la Novelli è ad un passo dal baratro e dicono pure chiaramente – dopo aver esternato «sconcerto e preoccupazione per gli esiti dell’incontro svoltosi presso il Mise» – di chi sarebbe, nel caso ci dovesse finire, la responsabilità: di Enzo e Ferdinando Novelli.

La riunione al Mise

La riunione al Mise

Il resoconto Nel corso dell’incontro, si legge nella nota «è stata presentata l’offerta vincolante da parte della società ‘Igreco’ sull’intero perimetro che garantisce la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e che tiene conto di tutte le esigenze che in questi anni hanno manifestato le istituzioni centrali e locali e le rappresentanze dei lavoratori. Questa offerta, che l’attuale consiglio di amministrazione ha rappresentato come l’unica che presenta i requisiti necessari a garantire non solo la continuità aziendale, ma anche la valorizzazione di tutti gli asset attraverso consistenti investimenti, è stata al momento accolta solo da uno dei tre soci di maggioranza del gruppo, Torquato Novelli, mentre gli altri azionisti l’hanno rigettata senza alcuna motivazione né proponendo alternative».

mise-novelli2L’allarme Le istituzioni, conclude la nota, «esprimono pertanto profonda preoccupazione rispetto agli scenari che ne conseguono e alle gravi ripercussioni di ordine pubblico, sociale e sanitario che tale scelta può comportare. Invitano la proprietà ad assumersi tutte le responsabilità in ordine agli obiettivi di salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro, che le istituzioni stesse continueranno a perseguire con determinazione».

Sotto casa Tanto che i lavoratori sono risaliti sugli autobus che li avevano portati a Roma e si sono diretti verso ‘casa Novelli’: «Andiamo a chiedere direttamente a loro che cosa vogliono per chiudere questa trattativa in maniera positiva».

I sindacati Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil dicono che «nonostante le diverse iniziative messe in campo nelle ultime settimane per evitare un probabile fallimento, che sarebbe dannoso prima di tutto per i 500 dipendenti e le rispettive famiglie che ne pagherebbero le drammatiche conseguenze, i legali della famiglia Novelli hanno confermato la loro indisponibilità. Una scelta irresponsabile, perfino vergognosa, alla luce dei tanti sforzi e sacrifici fatti in questi anni per garantire continuità produttiva ad un gruppo che tuttora ha circa 120 milioni di debiti. Ancora più grave il no della famiglia, che non ha fornito alcuna motivazione a tale scellerata scelta e non ha presentato alcuna soluzione alternativa, a partire dalla ricapitalizzazione necessaria per pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori e le forniture necessarie per garantire la produzione. Chi oggi ha dato un ennesimo schiaffo ai lavoratori ed al futuro stesso dell’azienda, deve mettere mano al portafogli e cominciare a pagare di tasca propria».

La protesta Per questi motivi, dicono i sindacati, «la lotta e la mobilitazione dei lavoratori andrà avanti fino ad una positiva soluzione della vertenza che dovrà sbloccarsi nelle prossime ore, visto che il Cda ha più volte dichiarato di non aver la liquidità necessaria per portare avanti l’azienda e pagare gli stipendi. Domani mattina si terranno assemblee in tutti i siti per valutare come articolare le iniziative sindacali, a partire dalla proclamazione di un pacchetto di ore di sciopero. Chiediamo alle istituzioni nazionali e territoriali, dal ministero dello Sviluppo economico fino al Prefetto di Terni, di mettere in campo tutte le iniziative utili per richiamare la famiglia Novelli alle proprie responsabilità. Non è più tollerabile che i Novelli, dopo aver portato l’azienda nel baratro debitorio, giochino con l’esasperazione dei lavoratori solo per biechi interessi personali, privi di ogni legittimità. I lavoratori e le lavoratrici restano compatti e determinati a mettere in campo tutto quanto è necessario per difendere il proprio lavoro. Il futuro di gruppo Novelli-Nuova Panem si deciderà nelle prossime ore, se la proprietà non dovesse accettare l’offerta sarà ritenuta da tutti l’unica e vera responsabile di un fallimento che potrebbe ancora ad oggi essere evitato».

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