Nuovi nati, Umbria maglia nera in Italia

In un anno nascite scese di 15 mila unità (record con -30,6%). Primo figlio oltre i 30 anni

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Che l’Italia non fosse un paese per giovani non è una novità. A certificarlo, però, ora, è anche l’Istat, che ha appena pubblicato il Report su Natalità e fecondità della popolazione residente per l’anno 2017. E la fotografia non può che essere impietosa, in Italia e, in parallelo, anche in Umbria.

Nati in Italia

Il rapporto nuove nascite e matrimoni dell’Istat

È di segno negativo il trend che certifica come, nel 2017, siano nati 15mila bambini in meno rispetto all’anno precedente. Nell’arco di tre anni, conferma sempre l’Istat, le nascite sono diminuite di 45 mila unità, 120 mila in meno rispetto a dieci anni fa. «Una fase di calo – scrive l’Istat – iniziata nel 2008 che oggi sembra aver assunto caratteristiche strutturali». Meno bambini, dunque, sia figli di coppie italiane, nel 2017 sono stati 358.940, che di coppie con almeno un genitore straniero, il cui numero si è ridotto di 8 mila unità e che scendono sotto ai 100 mila, per la prima volta, dal 2008. «Tra questi – conferma ancora Istat – sono in calo soprattutto i nati da genitori entrambi stranieri, sotto ai 70 mila nel 2016 e oggi attestati sui 67.933».

Il triste primato dell’Umbria

I primi figli sono diminuiti del 25% tra il 2008 e il 2017, con picchi del 30% in alcune regioni del centro Nord tra cui l’Umbria, che detiene il record negativo con meno 30,6% di nascite, subito dopo la Valle d’Aosta. Diminuiscono i figli e, in parallelo, l’Istat segnala come scendano anche i matrimoni su tutto il territorio nazionale.  «A colpo d’occhio la geografia dei due fenomeni appare simile: per entrambi gli aspetti considerati, la variazione percentuale osservata tra 2008 e 2017 è sempre negativa; unica eccezione la provincia autonoma di Bolzano che presenta un lieve aumento nel caso dei primi figli (+3,1%) e soprattutto dei primi matrimoni (+23,9%)». Per i primi matrimoni, rispetto a una variazione media nazionale pari a -28,2%, l’Umbria si attesta come la regione in cui la diminuzione segna è maggiore, -39,3%, dietro solo a Valle d’Aosta, -45,6%, Sardegna, -40,9%, e davanti alle Marche, -38,1%.

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Livelli di fecondità

Secondo la fotografia scattata da Istat al Nord si registra il primato dei livelli più elevati di fecondità – 1,37 nel Nord-ovest e 1,38 nel Nord-est – soprattutto nelle province autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 1,74 e 1,49) e in Lombardia (1,39). Al Centro e nel Mezzogiorno i livelli di fecondità sono molto vicini (1,27 e 1,29) ma, rispetto all’anno precedente, il Mezzogiorno è rimasto pressoché stabile mentre al Centro il numero medio di figli per donna è sceso da 1,31 e 1,27.

Figli per donna

In Umbria, nel 2017, il numero medio di figli, per donna, si ferma a 1,16 per le italiane e 1,65 per le straniere, per una media di 1,24, mentre era pari a 1,08 nel 1995. L’età media del primo figlio è 32,7 anni per le italiane e 29 per le straniere, mentre quella degli uomini è 35,6. 

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