Nuovo ospedale Terni, Tesei: «Percorso Inail? Non si farebbe nell’attuale sito»

Paparelli (PD) e De Luca (M5S) incalzano sul progetto da centinaia di milioni, le spiegazioni della presidente della Regione

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Project financing o percorso Inail con fondi pubblici? Questa una delle tematiche principali trattate martedì mattina durante il question time in Regione a Perugia. Il focus è ancora una volta sul nuovo ospedale di Terni e tutte le valutazioni in via di sviluppo in questa fase.

 NUOVO OSPEDALE TERNI, 2° PROJECT: MAXI GRUPPO PER LA VALUTAZIONE

Paparelli e De Luca

Paparelli e De Luca in combo

L’esponente del PD ha chiesto di spiegare «in base a quali presupposti finanziari e di qualità dei servizi è stata fatta la scelta di valutare per la seconda volta un ulteriore project e di affidarne l’esame all’assessorato ai lavori pubblici anziché a quello competente della sanità» e «se non ritenga utile e necessario rivedere la propria posizione sul sito del nuovo ospedale di Terni, abbandonando il project financing con soldi privati e utilizzando il fondo Inail di oltre 40 miliardi di euro, al pari di quanto avvenuto con gli altri ospedali della Regione». Paparelli ha inoltre aggiunto che «la direzione sanità della Regione Umbria aveva correttamente espresso parere negativo sull’ingegneria finanziaria e sulle procedure del progetto stadio-clinica, in quanto nessuna struttura sanitaria può essere convenzionata senza il rispetto delle procedure della Legge 502/92».

20 FEBBRAIO 2024, L’ACCORDO USL-REGIONE PER L’OSPEDALE DI NARNI/AMELIA

L’ospedale di Terni

Inail e project

La numero uno di palazzo Donini, nel lungo riepilogo esposto in aula, ha ricordato che «a Terni abbiamo trovato l’ospedale più vecchio dell’Umbria. Nei lunghi anni dei precedenti governi si sono edificati nuovi ospedali in Umbria, ma non si è mai pensato ad edificare il nuovo ospedale di Terni. Questa giunta ha prima riprogettato l’ospedale di Narni-Amelia, poi lo abbiamo finanziato attraverso il Dpcm (Governo Draghi) a valere sui fondi Inail; poi si sta portando all’appalto dei lavori da parte di Inail, il tutto per non disperdere denaro pubblico precedentemente speso e per creare un ospedale che possa fungere da succursale per la lunga degenza e comunque che possa operare in sintonia ed in stretta sinergia con l’ospedale di Terni». Si arriva all’attualità: «Abbiamo poi appostato 116 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale di Terni, risorse che restano disponibili per tutte le alternative progettuali, per le quali restiamo assolutamente aperti. Le precondizioni, però, quelle di avere denaro sufficiente, un terreno adeguato, un progetto, oltre alla valutazione delle tempistiche che non rappresentano una variabile indipendente. Un nuovo ospedale da circa 300 milioni di euro comporta la necessità di predisporre un progetto, il cui costo, sempre con risorse pubbliche da trovare, si aggira sui 30 milioni di euro. Per questo le alternative restano due: la valutazione del project financing che è arrivato e a cui siamo tenuti per legge a fare la disamina e dare risposte; la seconda ipotesi è tentare il percorso Inail che vuol dire non poter realizzare il nuovo ospedale nell’attuale sito».

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Tesei e Bandecchi

La valorizzazione

Tesei ha poi aggiunto che l’altro tema è quello di come «valorizzare l’attuale sito, affrontando i lavori di demolizione, di riqualificazione, investendo ulteriori risorse pubbliche in progettualità ed opere e cambiando il profilo della città. L’unica cosa che dobbiamo evitare e che si ripeta un’azione ‘Monteluce bis’, cioè uno scempio. Bisogna poi individuare se c’è a Terni un terreno pronto all’uso, da acquistare, per sviluppare lì una progettualità per la quale necessario trovare circa 30 milioni di euro. Voglio sottolineare che ogni scelta deve scaturire da un’attenta valutazione di tutte le situazioni. Solo a questo punto (disponibilità del terreno, del progetto, con le relative risorse necessarie per realizzarlo) si potrebbe proporre ad Inail di intervenire acquisendo il terreno e finanziare l’ospedale da circa 300 milioni di euro che comporta il pagamento dei relativi interessi. Bisogna dire ai cittadini umbri e ternani in particolar modo quali sono i tempi delle procedure e quali sono le esigenze di un ospedale come quello di Terni che è il più vecchio di tutta la rete ospedaliera regionale e che deve invece assolvere a ruoli di grande rilevanza. Rispetto alla valutazione del project, ricordo che per le normative attuali, l’operatore economico privato è libero di proporre alle pubbliche amministrazioni la realizzazione in concessione di lavori o servizi. L’Ente concedente ha 90 giorni per valutarne la fattibilità. Con determinazione direttoriale dello scorso 4 marzo è stato costituito il gruppo di lavoro che avrà il compito di esaminare la fattibilità del project ed è costituito da sei dirigenti pubblici di cui uno nominato dall’azienda ospedaliera ed uno ciascuno dalle cinque direzioni regionali. In merito alla scelta del sito, dove costruire il nuovo ospedale, la giunta regionale con propria Dgr dello scorso 8 novembre 2023 ha chiesto alla direzione governo del territorio di redigere il documento di fattibilità delle alternative progettuali che tengano conto, in modo assolutamente oggettivo e certo di tutte le ipotesi contemplate. Noi siamo aperti – ha concluso – a tutte le situazioni. Oggi abbiamo il dovere di esaminare il project presentato e portare a termine la disamina esclusivamente secondo le norme di legge in materia».

La critica

Paparelli in replica ha evidenziato alla Tesei che ad oggi «avete perso oltre tre anni di tempo dietro ad un project che è stato già bocciato, sono passati quattro anni e mezzo dal vostro insediamento e l’annunciato piano sanitario non è mai stato fatto. E nemmeno oggi non esiste alcun progetto, visto che si sta esaminando solo qualche progetto privato. Il piano regionale di adeguamento della rete ospedaliera è fuffa poiché si tratta soltanto di un aggiornamento di quello fatto da noi nel 2016, con l’aggiunta del terzo polo; è importante aprire una discussione con la città, piuttosto che con qualche imprenditore e tecnico. È importante ascoltare la città. Se la strada che si imbocca è una strada decisa non ci sono lungaggini da questo punto di vista. Rispetto all’utilizzo del Santa Maria noi abbiamo fatto la proposta: spostare la Asl di Via Bramante al Santa Maria consente un utilizzo migliore. Ad oggi abbiamo sette consulenti, pagati profumatamente, per esaminare un project».

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