Omicron, ricoveri, fase endemica e vaccini: parla Daniela Francisci

Umbria – Il primario delle malattie infettive dell’ospedale di Perugia fa il punto sull’ascesa di contagi: «Proteggiamo i più deboli»

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di F.T.

«Non passi il messaggio che Omicron è come una banale influenza. Comportiamoci tutti con responsabilità, specie adesso che il periodo festivo invita a stare insieme. Usiamo mascherine rigorosamente Ffp2, distanziamoci, adottiamo le misure di igienizzazione e areazione che servono. E soprattutto vacciniamoci e vacciniamo i bambini: ancora troppo pochi lo hanno fatto (il 5% degli aventi diritto a due settimane dall’inizio della campagna dedicata, ndR). Abbiamo il dovere di proteggere noi, gli altri e in particolare le persone più fragili, anziane, gravate da patologie, segnate da una risposta immunitaria insufficiente. Evitiamo che questa ascesa di casi coinvolga anche loro, altrimenti ai già tanti problemi finiranno per sommarsene altri, sempre più seri».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Chi sono i ricoverati in Umbria

Il messaggio, inequivocabie, è della professoressa Daniela Francisci, direttore della clinica di malattie infettive dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia. «Chi sono i ricoverati oggi in Umbria? Intanto stanno aumentando e, come ha detto la Regione, al 50% si tratta di persone non vaccinate. Noi al momento vediamo ancora soprattutto ‘pazienti Delta’: quelli affetti dalla variante Omicron del Covid-19 stanno giungendo solo da qualche giorno. Considerando la latenza, avremo un’ascesa anche delle curve relative a terapie intensive e decessi, nei prossimi giorni. Di certo c’è che, rispetto al passato, abbiamo anziani e persone affette da comorbidità che, grazie al fatto che sono vaccinate, se la cavano. Preoccupano di più i ricoveri relativi a non vaccinati, mediamente più giovani dei primi, dove riscontriamo forme più severe della malattia».

Daniela Francisci

Varianti ‘brasiliana’ e Omicron: Umbria ancora una volta prima

«Se ci attendevamo un’ondata del genere? Guardi, un aumento dei casi, con l’inverno, le persone in spazi chiusi e le temperature più basse che danno maggiore stabilità e vitalità ai virus, era atteso. Un’ondata del genere, no. E l’Umbria (prima in Italia per incidenza al 28 dicembre 2021, con un valore superiore a 300, ndR) sembra nuovamente distinguersi dopo la diffusione della variante ‘brasiliana’ che l’ha caratterizzata prima di tutte le altre regioni. Il virus circola così tanto che ogni assembramento o situazione ‘critica’ si trasforma, oggi, in un focolaio. Anche per questo servono responsabilità e coscienza: a livello nazionale arriveranno misure che consentiranno di gestire in maniera più ragionevole le quarantene, almeno per chi ha un ciclo vaccinale completo. Ma noi non abbassiamo la guardia e facciamo tutto il possibile: spingiamo sulle terze dosi (in vista c’è anche un’intesa Regione-UniPg per incrementare il personale, i punti e quindi le somministrazioni, ndR), non esitiamo a vaccinare i più piccoli, usiamo la Ffp2 e proteggiamo chi ha meno difese. La situazione epidemiologica lo impone».

«Non si dica, ancora, che Omicron è meno pericolosa»

Circa la presunta minore pericolosità di Omicron, Daniela Francisci è chiara: «Anche questo messaggio non deve passare. Alcune informazioni, derivanti dai Paesi in cui questa variante ha iniziato a circolare prima, vanno in tale direzione. Forse è meno aggressiva rispetto ai polmoni, influendo di più sulle alte vie respiratorie. Ma non sarei così ottimista. Primo perché servono ancora due/tre settimane per avere altre certezze, poi perché la popolazione di ciascun Paese è diversa e noi abbiamo un’età media elevata. È importante che non la si consideri come un’influenza: fortunatamente l’Italia ha una copertura vaccinale relativamente ampia e forse è proprio grazie a questo elemento che la situazione, sul piano ospedaliero, pur peggiorata, non può dirsi ancora precipitata».

Positivi e dose ‘booster’: cosa devono fare?

Fra i tanti che in questo giorni si sono contagiati, una buona fetta aveva già programmato la dose ‘booster’ del vaccino fra dicembre, gennaio e febbraio: «Chiaramente – spiega la professoressa Francisci – questi positivi non dovranno più effettuare la terza dose: la malattia vale come una vaccinazione e se ne riparlerà, eventualmente, più avanti».

Covid-19 endemico: fra quanto tempo?

Uno tsunami di nuovi casi e vaccini – a prescindere dall’esigenza di incrementarli – comunque diffusi: quanto è lontana la fase endemica del Covid-19? «Da più parti ci si chiede se Omicron rappresenti la fine della pandemia e se, finalmente, il virus si stia definitivamente adattando all’ospite. È noto che l’obiettivo di ciascun virus è quello di nuocere sempre di meno a chi lo ospita, avendo in questo modo maggiori possibilità di essere trasmesso e quindi di continuare ad esistere. Questo adattamento è certamente un elemento a nostro favore ma non ci sono ancora evidenze chiare, né sul fatto che si stia andando in questa direzione né sui tempi. Non possiamo escluderlo, ovviamente, ma non siamo in presenza di certezze. Le chiamerei speranze, per ora».

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