Anche in Umbria sono in corso perquisizioni ed acquisizioni di documenti, da parte della Guardia di Finanza, che su indicazione della procura della Repubblica di Roma, sta svolgendo l’operazione denominata ‘Labirinto’ che ha portato a 24 arresti – 12 persone sono in carcere e altrettante ai ‘domiciliari’ – mentre le indagini riguarderebbero, oltre alla Capitale, il Lazio, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana, le Marche, la Campania e, appunto, l’Umbria. Oltre cinquanta il numero delle persone coinvolte tra arrestati e indagati.
L’inchiesta Gli arresti, disposti dal gip presso il tribunale di Roma, riguarderebbero persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. L’operazione è coordinata dal Nucleo speciale polizia valutaria della GdF.
La tecnica Oggetto delle indagini sarebbero appalti per la fornitura di beni e servizi ad enti statali e ministeri, che sarebbero stati ottenuti con il pagamento di tangenti – a esponenti politici e loro familiari – per lavori che poi sarebbero stati realizzati con materiali di qualità inferiore rispetto a quelli previsti.
I sequestri Oltre agli arresti sarebbero state anche emesse cinque misure interdittive con obbligo di firma, mentre l’ammontare dei beni fino ad ora sequestrati sarebbe di un milione e 200 mila euro.
Il fulcro Al centro di tutto ci sarebbe Raffaele Pizza – fratello di Giuseppe, ex sottosegretario all’istruzione del governo Berlusconi tra il 2008 e il 2011 -, che avrebbe costituito il tramite tra il mondo imprenditoriale e quello degli enti pubblici: sfruttando i propri rapporti con la ‘politica’, avrebbe favorito gli intrecci di interessi, anche lavorando per far nominare ai vertici di enti e di società pubbliche persone che poi avrebbero ricambiato i favori.
