Ospedale di Terni, tanti malati da lontano

Un ricovero su cinque riguarda pazienti provenienti da fuori regione. Nel 2016 sono stati oltre 5.740 su 28.706. Record a ‘urologia’: uno ogni tre. Le implicazioni

Condividi questo articolo su

Che l’ospedale di Terni fosse particolarmente ‘attrattivo’ lo si sapeva. Ma a leggere i numeri che umbriaOn è in grado di rendere noti, la cosa assume contorni precisi.

IL BILANCIO DEI PRIMI MESI

Maurizio Dal Maso

L’incremento Se a giugno scorso, il direttore generale Maurizio Dal Maso aveva spiegato che «rispetto al 2016 l’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, nei primi 5 mesi dell’anno, ha registrato un aumento dei ricoveri e del volume delle attività (+1,5%)», adesso l’attenzione si può concentrare su altro. Su quel numero, notevole, di pazienti che al nosocomio ternano fanno riferimento provenendo da altre regioni italiane.

I numeri

Tanti da fuori Perché dei 28.706 ricoveri – 78 al giorno, festivi compresi – che si sono registrati nel 2016 (la proiezione relativa al 2017 fa pensare che quest’anno potrebbero ampiamente superare i 29 mila) ben il 20% – circa 5.740, 16 ogni giorno – hanno riguardato proprio pazienti non umbri.

I dettagli A far segnare la performance migliore (vedi la scheda a destra) è il reparto ‘urologia’, nel quale ben un paziente ricoverato su tre è risultato provenire da fuori regione, seguito da vicino da ‘otorino’ e ‘chirurgia vascolare’. Ma complessivamente sono 19 le eccellenze che hanno fatto registrare una percentuale superiore o uguale alla media generale del 20% di ricoveri relativi a persone non umbre.

Una ‘ipotesi’ della Città della salute

La ‘città’ Inevitabile che il pensiero vada, immediatamente, alle esigenze cui le quasi seimila persone che fanno riferimento al ‘SantaMaria’ – e i loro familiari lontani da casa – devono far fronte. Da quelle logistiche a quelle più strettamente collegate alla permanenza nel nosocomio ternano che, i numeri ce lo ricordano, somiglia sempre di più ad un’autentica ‘cittadella della salute’. Ed ecco che, subito dopo, si ripropone l’urgenza di affrontare il tema di quella ‘città della salute’ di cui da tempo si parla, ma della quale si fatica sempre più ad immaginare i contorni reali.

Le implicazioni E, per quanto possa sembrare prosaico, un altro elemento non può essere trascurato: quello delle possibili implicazioni economiche che le migrazioni legate alla qualità intrinseca dell’ospedale ternano potrebbero (dovrebbero?) produrre: organizzare una rete di servizi – abitativi e assistenziali, per cominciare – di livello adeguato a quelli offerti dal ‘Santa Maria’, permetterebbe di garantire ai familiari dei pazienti una permanenza serena in città per assistere i propri congiunti e, nel contempo, sviluppare un indotto di valore non trascurabile. Ed in grado di contribuire ad un ulteriore miglioramento della qualità delle prestazioni dell’ospedale stesso.

 

 

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli