Ospedale Terni, novità per chirurgia urologica

Eseguito il primo intervento di chirurgia robotica ecoguidata su un paziente di 80 anni

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Novità di rilievo al ‘Santa Maria’ di Terni. Per la prima volta è stato eseguito – su un paziente umbro di 80 anni che presentava una neoplasia del rene non visibile – un intervento di chirurgia urologica robotica ecoguidata: a farlo è stato il dottor Alberto Pansadoro, componente della struttura complessa diretta dal dottor Carlo Nico.

L’intervento

«Questa situazione anatomica – viene sottolineato in merito alla procedura – non comune rendeva particolarmente complessa la procedura in quanto la malattia era difficile da localizzare e invisibile a occhio nudo. Fortunatamente la maggior parte delle lesioni renali che vengono oggi diagnosticate sono periferiche e pertanto facilmente rilevabili durante l’intervento. In questo caso particolare tramite l’integrazione della chirurgia robotica con l’ultimo modello daVinci XI che permette l’introduzione real time della ecografia all’interno del display operatorio è stato possibile sempre in chirurgia robotica localizzare con precisione la lesione; successivamente impiegando il robot si è proceduto alla asportazione della sola lesione lasciando integro il restante parenchima renale sano. Proprio in casi meno frequenti come questo la precisione della visione tridimensionale in alta definizione che si ottiene con il robot daVinci XI e la versatilità di questa tecnologia robotica di cui l’azienda ospedaliera Santa Maria è dotata, hanno consentito al dottor Pansadoro, aiutato nell’intervento dalla dottoressa Paola Lilli, di eseguire al meglio questa procedura così complessa». Pansadoro ha un’esperienza di 15 anni con il robot in questione grazie alla formazione in terra francese, a Bordeaux. «Questo tipo di intervento eseguito permette di preservare al massimo la funzionalità renale dei pazienti offrendo loro i vantaggi tipici di un approccio mininvasivo: pochi dolori postoperatori, degenza ridotta e convalescenza estremamente rapida e agevole. Il paziente pertanto ha potuto essere dimesso a soli quattro giorni dall’intervento in ottime condizioni generali».

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