Palasport Terni, ecco gruppi di lavoro per le prossime fasi

Architetti, geometri, geologi, ingegneri e avvocati nel maxi team comunale per procedere con l’iter: dall’aggiudicazione dei lavori al cantiere ed i collaudi

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Architetti, geometri, geologi, ingegneri e anche un avvocato. Sono complessivamente in sedici e sono i dipendenti del Comune di Terni nominati nel maxi gruppi di lavoro per la realizzazione del nuovo palasport: c’è la divisione in cinque fasi e a capo di tutto resta il Responsabile unico del procedimento Piero Giorgini. L’atto propedeutico all’iter fa seguito all’apertura delle buste dell’unica offerta – fine 2017, poi lungo stallo – arrivata a palazzo Spada, quella della Salc S.p.A. di Simonpietro Salini.

LA FONDAZIONE CARIT: «2 MILIONI IN TRE ANNI PER IL PALASPORT»

Piero Giorgini, il Rup per il palasport

Le fasi tra passato e futuro

Come detto le fasi sono cinque e per tre di loro c’è stato del lavoro effettuato. Si parte infatti dalla variante urbanistica che vede impegnati Carla Comello, Mauro Passalacqua, Andrea Deangelis, Paolo Paccara, Cinzia Mattoli e Stefano Baldieri; a seguire il progetto preliminare con l’aggiunta di Luca Tabarrini e il bando di gara con il terzetto formato da Passalacqua, Tabarrini e Federico Bordoni. Ci potranno essere aggiunte in corso d’opera a causa «della complessità ed eterogeneità del lavoro da svolgere».

L’APERTURA DELLA BUSTA ECONOMICA

Un rendering

Le due nuove

Per le restanti due invece c’è ancora da fare e dunque il Comune procede con la formazione del gruppo di lavoro. Si parte dalla IV° fase che va dall’aggiudicazione dei lavori all’inizio delle opere: in questo caso in azione entreranno Carlo Fioretti, Mauro Passalacqua, Andrea Deangelis, Matteo Bongarzone, Giorgia Trovato, Cinzia Sabina, Paolo Paccara, Gianluca Rubeca, Marco Macciò, Luca Tabarrini e l’avvocato Raffaella Brizioli. Si chiude con la V°, relativa al cantiere ed ai collaudi: l’elenco è quello precedente fatta eccezione per Tabarrini e Paccara. Da ricordare che sul tema la fondazione Carit si è esposta parlando di un contributo da 2 milioni di euro in tre anni: serve il parere positivo dell’Acri, l’Associazione di fondazioni di casse di risparmio.

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