Due campi da tennis coperti in sintetico 35,60 x 18,50 e 35,60 x 17,33 metri – h. 9,45 m. Altrettanti scoperti in terra artificiale m 35,00 x 18,67; un campo da tennis scoperto in erba sintetica 37,35 x 18,00, un campo da paddle, pista bmx, spogliatoi e servizi igienici per atleti, istruttori e giudici, tribune per 313 spettatori (nel campo calcio a 5), servizi igienici per il pubblico, locale primo soccorso atleti, locali tecnici, depositi e magazzini, impianti tecnologici e sistemazioni generali. Sono i lavori previsti per il primo lotto funzionale al parco di Cardeto: il gruppo di lavoro ha completato l’aggiornamento e la revisione della progettazione esecutiva. Ora serve la gara.
LA REVISIONE DEL PROGETTO E IL GRUPPO DI LAVORO
Prossimi passi
Le opere sono finanziate per 1,4 milioni di euro, 900 mila dei quali legati al mutuo con il Credito sportivo (quindicennale); la parte restante arriva dall’escussione della polizza fidejussoria post risoluzione contrattuale con il vecchio concessionario. In un secondo momento si parlerà del secondo lotto riguardante la palazzina destinata a ristorante/bar: deve ancora essere definita la modalità di copertura delle spese con possibile intervento di capitali privati. «Stiamo lavorando – spiega l’assessore Benedetta Salvati – per restituire alla città uno dei suoi parchi più importanti, dopo un’attesa durata troppi anni. Questi ultimi atti, frutto di un lavoro molto intenso da parte delle nostre strutture tecniche, tracciano finalmente un percorso chiaro e lineare, attraverso il quale contiamo di far ripartire i lavori entro l’anno».
LO SCONTRO IN TRIBUNALE SU CARDETO
A DICEMBRE LA FIRMA PER IL MUTUO 15ENNALE DA 900 MILA EURO
Chi ci ha lavorato
Ad occuparsi della revisione del progetto sono stati l’architetto Paolo Giustinelli (a capo della rete temporanea di professionisti creata appositamente per tale scopo, 11 mila euro l’esborso di palazzo Spada), l’ingegnere Giuseppe Longhi (progettista strutturista) e il perito industriale Luigi Giansanti. In un primo momento ne faceva parte anche l’ingegnere Pier Giorgio Imperi, poi dimessosi.