Partito Democratico, nervi tesi a Terni

Botta e risposta tra giovani rampanti: Michele Pennoni e il segretario comunale Jonathan Monti si scambiano ‘opinioni’ al vetriolo. Con il congresso sullo sfondo

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Che la faccenda delle ‘consulte territoriali’a Terni – il consiglio comunale ha bloccato il nuovo regolamento – fosse tutta politica e, soprattutto, legata a beghe interne al Partito Democratico, era apparso chiaro fin da subito. Con schegge che, dopo la deflagrazione, hanno viaggiato in ogni direzione: una è filata anche verso il vice sindaco Francesca Malafoglia, che non è iscritta al partito, ma che lì dentro non raccoglie la simpatia – soprattutto – di alcune donne.

I circoli I segretari dei circoli del partito l’avevano presa male: «Quando si discute della partecipazione e della inclusione dei cittadini – avevano scritto, raccogliendo sul documento la anche la del segretario comunale Jonathan Monti – tanti sono bravi a parole, ma non tutti a fatti. La mancata approvazione del regolamento ne è una prova inconfutabile», lanciando strali contro «una parte minoritaria dei nostri rappresentanti» che  «pur avendo aderito al programma del sindaco firmando l’atto, si sono resi indisponibili, al pari della minoranza, a votare il regolamento contro quindi lo stesso programma del sindaco, contro il partito che li rappresenta, contro la proposta nata dai circoli nei quali sono iscritti. Non rispettando gli impegni presi con gli elettori».

Michele Pennoni

Pennoni Chiamato in causa, in quanto consigliere del Pd ma dichiaratamente contrario al progetto, Michele Pennoni ha fatto sapere di aver dovuto «registrare le successive, ripetute, scomposte dichiarazioni di voci interne al Partito Democratico. Cortocircuiti di un partito disorientato che mette all’indice i suoi rappresentanti, anzi solo alcuni, omettendo che nessuno, nemmeno chi compone la segreteria comunale, ha espresso un solo voto favorevole alla proposta sulle consulte. Se vogliamo assicurare una partecipazione attiva e un coinvolgimento immediato dei cittadini, è d’obbligo partire da quanto è già in vigore, ad esempio, il regolamento sui “Beni Comuni”, con il quale, edifici pubblici, scuole, parchi, musei possono essere vissuti e gestiti da gruppi di cittadini e associazioni. Possibile che, nonostante la grande attenzione rivendicata, sia sfuggito che la mancata applicazione si è tradotta in mancata partecipazione concreta, effettiva, ampia, oppure per “strada della partecipazione” si intende un solo preciso modello che ha già mostrato tutte le sue lacune?»

«Icastici e iconici» Secondo Pennoni «i evidenzia una differenza che all’apertura di una fase importante per capire chi siamo e chi vogliamo essere sottolinea l’esigenza di un dialogo interno al partito democratico pieno di sentimento e non del risentimento mostrato in queste ultime occasioni, sintomo di una chiusura di fondo verso idee differenti che invece devono caratterizzare il nostro percorso futuro. Il nostro compito non è sostenere a prescindere ciò che è iconico in quanto tale (meglio essere icastici che iconici) ma riconoscere le proposte nella loro validità di merito, riconoscerne le potenzialità e i limiti, evitando di confondere i tramonti con le albe».

Kennedy Il consigliere spiega che secondo lui «c’è bisogno di tutto il coinvolgimento dei cittadini, di messaggi e chiari e non ideologici alla società, in un’ottica di condivisione del futuro; se siamo certi che la persona è al centro, sappiamo anche che i modelli possono cambiare e non dovremo aver paura di cambiare. John Fitzgerald Kennedy ha dedicato molti dei suoi interventi al tema del cambiamento spiegandoci che “il cambiamento è una delle leggi della vita”, a quasi 55 anni dalla morte possiamo finalmente dimostrare di aver imparato la lezione».

Jonathan Monti, segretario comunale del PD

Monti Il segretario comunale del PD, oltre che consigliere comunale, Jonathan Monti, non ha lasciato passare troppo tempo per far sapere che a suo parere «l’unico disorientato (o quantomeno smemorato) è forse purtroppo lui, poiché PD, Circoli e Gruppo consiliare hanno ben chiara sia la rotta da percorrere, sia quella percorsa. Questi i fatti: per la mancata disponibilità di alcuni consiglieri a votare il regolamento, cosa che avrebbe impedito l’approvazione con il quorum qualificato previsto, il capogruppo Cavicchioli ha responsabilmente chiesto alla maggioranza di optare un voto tecnico di astensione, per poi annunciare la presentazione entro qualche settimana di un atto innovativo ed auspicabilmente maggiormente condiviso. Purtroppo però, alcuni consiglieri (tra i quali Pennoni ?) hanno votato contro le indicazioni del capogruppo. Senza scomodare il Presidente Kennedy, il tema rimane: il Pd ed i suoi eletti si sono presentati ai cittadini con un programma, all’interno del quale ci sono le consulte; innovare e modificare la proposta non è un problema, ma dire che è necessario qualcosa di nuovo parlando dell’universo mondo, senza però avanzare alcuna proposta, continua ad essere poco serio».

Il congresso Non sfugge a nessuno che il nervosismo dentro al PD ternano è chiaramente collegabile al clima precongressuale, con qualche elemento che forse è bene non dimenticare: il congresso – e forse pure la fase che lo precede – sarà certamente l’occasione per fare chiarezza (e magari pure consumare qualche vendetta) sulle scelte fatte e fatte fate dentro quel partito proprio quando venne eletto Monti. Con una fetta del partito che i vertici ‘renziani’ locali convinsero a ‘scaricare’ Fabio Narciso proprio per convergere su Monti che, oggi, si riconosce invece nelle posizioni di Orlando invece che in quelle del segretario. E a chi convinse i ‘renziani’, allora, si potrebbe chiedere conto tra poco.

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