Pedofilia, è sempre più allarme social: in un anno 30 casi e 23 denunce in Umbria

I dati 2021 della Polposta: vittime sempre più piccole, adescati anche da persone di fiducia. Trend in aumento pure ad inizio 2022

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È preoccupante il trend del triste fenomeno della pedofilia in Umbria, dove nel 2021 sono stati ben 30 i casi trattati dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni. Il dato è stato diffuso mercoledì, in occasione della giornata nazionale per la lotta alla pedofilia, diventata purtroppo un pericolo imminente anche per i più piccoli, con incementi del 30% nel numero bimbi coinvolti in casi di pedopornografia e adescamento. Social network, videogiochi e messaggistica rappresentano sempre di più, soprattutto dopo la pandemia, un pericolo a cui prestare la massima attenzione.

Polizia postale in prima linea

A riprova dell’aggravamento della minaccia contro infanzia e adolescenza in rete, è cresciuto il numero di soggetti indagati sempre per reati di pedopornografia e adescamento denunciati all’autorità giudiziaria, pari a 23. Ma anche nel primo trimestre del 2022 la situazione sembra ulteriormente preoccupare, poiché è cresciuto il numero degli arrestati rispetto al 2021 di una unità. «La pedofilia è una minaccia costante all’integrità di bambini e ragazzi che oggi travalica il mondo reale e si diffonde anche online. Nella Giornata nazionale per la lotta alla pedofilia, la polizia postale e delle comunicazioni ribadisce il suo impegno, innanzitutto repressivo, nella protezione delle piccole vittime di un crimine aberrante e vergognoso» afferma il dirigente del compartimento polizia postale e delle comunicazioni Umbria, la dottoressa Michela Sambuchi. «Quanto accaduto negli ultimi due anni per l’emergenza pandemica – prosegue -, ha accelerato i processi di avvicinamento tra bambini e internet, ha intensificato il rapporto di reciproca attrazione che già esisteva tra adolescenza e servizi di rete sociale online ed ha influenzato le abitudini quotidiane di ognuno di noi, imponendo una relazione sempre più stretta con il mondo virtuale, mostrando però altrettanto velocemente il suo lato oscuro».

Fare sistema

Nei casi di cui si è occupata la Polposta umbra spesso famiglie e vittime sono state costrette a fare i conti con la capacità manipolatoria di adulti consapevoli, con la circolazione illegale di immagini di violenza, con la condivisione in circuiti apparente anonimi, sulle darknet, di confessioni di fatti di abuso.«È purtroppo triste – prosegue la dirigente – la constatazione che, nell’ultimo anno, sempre più spesso l’analisi delle immagini pedopornografiche e le attività investigative svolte su tutto il territorio nazionale, con il coordinamento del Cncpo, consentano di salvare piccole vittime, oggetto di abusi sessuali reali perpetrati da soggetti che appartengono alla loro cerchia di fiducia. Si tratta di un dato che ribadisce l’impegno operativo che la polizia postale e delle comunicazioni esprime quotidianamente e dichiara tuttavia anche la concreta pericolosità crescente dei soggetti che usano la rete per scopi di adescamento e pedopornografia. La complessità di questa minaccia – conclude la dottoressa Sambuchi – impone continui sforzi di adeguamento e una sinergia costante, sia con i collaterali organismi esteri di polizia che con il mondo dell’associazionismo attivo per la tutela dei minori, in un’ottica di sistema in cui la prevenzione integra l’opera repressiva che con grande assiduità e impegno gli operatori della polizia postale e delle comunicazioni portano avanti ogni giorno».

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