Perugia: «Agli ‘Arconi’ un vero scempio»

Vanni Capoccia (Società mutuo soccorso): «Interventi su architetture di tale importanza devono essere rispettosi e delicati, invece stanno facendo esattamente il contrario»

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Vanni Capoccia

di Vanni Capoccia
Società del mutuo soccorso di Perugia

In questi giorni a Perugia ci si sta rendendo conto dello “scempio degli arconi medievali” di via della Rupe, importanti non solo come esempio di architettura medievale, ma anche per la storia che raccontano.

Davanti agli “arconi” il 1° Marzo, giorno di sant’Ercolano, si concludeva con la “Battaglia dei sassi” il rito identificativo di una comunità durante il quale il Popolo di Perugia si incontrava e scontrava. Sopra di essi sono stati costruiti il Palazzetto del Capitano del Popolo e la sede dello Studio perugino poi diventata sede del Tribunale.

Vi si trovava la Farmacia dalla quale partì il tumulto dell’8 maggio 1833, uno degli episodi centrali del Risorgimento perugino cui partecipò il popolano Domenico Lupattelli. Gli “arconi” hanno sostenuto e sostengono la seconda piazza di Perugia, dove per secoli si sono recati i perugini e le perugine per il mercato cittadino.

In definitiva un luogo fondamentale dal punto di vista socio-antropologico per le storie di uomini e donne che racconta, e da quello storico-architettonico che collegato com’è alla “Sala della salara” assieme alla rocca Paolina, gli scavi sotto la Cattedrale e San Pietro, il Pozzo etrusco è anche parte della Perugia sotterranea.

Ora, interventi effettuati su architetture di tale importanza devono essere rispettosi, delicati, chirurgici e rimovibili con facilità, invece stanno facendo esattamente il contrario.

Quindi, il pensiero prima di tutto va alla Soprintendenza dell’Umbria alla quale viene da chiedere se hanno visto quello che sta succedendo. Recentemente il Comune ha fatto sapere che non potrà sostituire la Fontanella dei Giardini Carducci, prodotto seriale in travertino di alcuni decenni fa, ma restaurarla. La fontanella è più importante degli “arconi”? La storia che racconta è più significativa? Merita più attenzione?

Poi c’è il mondo accademico cittadino. Da alcuni anni sembra aver nascosto come gli amanuensi nei conventi la testa dentro i libri. Lo fa per non vedere quello che accade al patrimonio cittadino, così da non turbare la pace di nessuno e non recare fastidio a chicchessia?

 

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