Il Natale in Umbria: «Rinasce la speranza»

Guerre, terrorismo, il terremoto: tanta attualità nelle omelie dei vescovi di Perugia e Terni per la notte di Natale

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Mancano pochi minuti alla mezzanotte, la cattedrale è piena e il Cardinale Bassetti non può che rallegrarsene: è come se l’anno cominciasse veramente a Natale, con la nascita del Signore. Alla veglia della vigilia non ci sono rappresentanti istituzionali locali, ma è presente una rappresentanza dalla Grecia e Bassetti lo sottolinea in apertura della funzione.

L’OMELIA NATALIZIA DEL CARDINALE DI PERUGIA

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La cattedrale di Perugia

Le tragedie del 2016 Visto che la messa di Natale è anche l’occasione per fare un consuntivo dell’anno appena trascorso, il Cardinale non dimentica la guerra, il terrorismo e, ovviamente, il terremoto che ha colpito da agosto le popolazioni di Umbria, Marche e Lazio. «Ma io faccio sempre una riflessione – sottolinea – mentre il sisma, come altri eventi naturali, non dipende dalla malvagità dell’uomo, anzi spesso questi cataclismi risvegliano la bontà, la violenza invece dà effetti nefasti».

«Natale porta la luce» «Sono tante nell’umanità le zone di odio e di ombra – dice ancora il Cardinale – c’è particolarmente bisogno della luce del Natale perché più fitte e più dense sono le ombre e più c’è bisogno di luce. La notte di Natale non è compimento di qualcosa, ma un meraviglioso preludio».

Terni «È consolante sapere che questa nostra storia non è abbandonata al caso, ma c’è un Salvatore, che prende nella sue mani la storia dell’umanità. C’è una luce, offerta a tutti, che rischiara un futuro di pace, gioia e benessere». Nella celebrazione della notte di Natale nella cattedrale di Terni, il vescovo Giuseppe Piemontese ha sottolineato la speranza che viene dal Natale in un momento particolarmente difficile per l’incertezza, precarietà, insicurezza e paura che circondano e attanagliano le esistenze quotidiane.

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La messa nella cattedrale di Terni

L’omelia «L’umanità festeggia il Natale – ha detto il vescovo di Terni, Narni e Amelia nella sua omelia -. Una festa sguaiata, un po’ disordinata, espressione esteriore e superficiale della gioia derivante dall’evento che ha segnato e cambiato la storia. Noi cristiani continuiamo ad annunciarlo al mondo intero: Gesù, il figlio di Dio si è fatto uomo, è nato da Maria di Nazareth, è entrato nella nostra storia. Siamo radunati nel cuore e nel buio della notte a significare che Dio porta la luce nel buio della storia, al popolo che cammina nelle tenebre appare una grande luce. Gesù. Quella luce che si perde tra le luminarie dei natali delle nostre città e che intende illuminare e riscaldare il cuore degli uomini».

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La cattedrale di Terni

L’attualità «In questo nostro tempo – ha detto monsignor Piemontese – attanagliato dalla crisi economica e dalla precarietà e povertà di miliardi di persone, incupito da focolai di guerra in tantissime parti del mondo e dall’invadenza dell’azione terroristica a livello mondiale, ci troviamo inseriti in una società avvolta nell’individualismo e nell’indifferenza religiosa. Anche nel nostro territorio lamentiamo e soffriamo precarietà, disoccupazione, sofferenze e disagi vari. In questa notte anche a noi viene dato il lieto annuncio rivolto ai pastori: è consolante sapere che questa nostra storia non è abbandonata al caso, ma c’è un Salvatore, un inviato da Dio, che è il vero Signore e che prende nella sue mani la storia dell’umanità. C’è una luce offerta a tutti che rischiara un futuro di pace, gioia e benessere. Auguro a ciascuno – ha concluso il vescovo – di essere illuminato dalla luce di Dio, e di percepire questo amore di Dio soprattutto nell’incontro eucaristico col Signore e nell’incontro fraterno con chi, povero o bisognoso, rappresenta Gesù».

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