Perugia, la Cgil: «A rischio tenuta sociale»

«Il territorio provinciale e quello umbro stanno vivendo una situazione di difficoltà strutturale, che impone politiche economiche alternative»

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Il segretario Filippo Ciavaglia

Il segretario Filippo Ciavaglia

di Filippo Ciavaglia
Segretario generale Cgil Perugia

Quest’anno non ha senso parlare di autunno caldo perché già oggi, in piena estate, siamo in una fase “molto calda” e non solo da un punto di vista meteorologico. La battaglia sulla riforma delle pensioni, quella per cambiare il jobs act – con la raccolta di milioni di firme per i referendum abrogativi e per la Carta dei diritti universali – e ancora, le tante vertenze aperte per il rinnovo dei contratti nazionali: una serie di sfide decisive che stanno impegnano la Cgil, il sindacato e tutto il mondo del lavoro a far passare un’idea diversa di economia e di società che ci porti fuori dalla crisi. Una necessità sulla quale ha insistito molto Gianna Fracassi, segretaria della Cgil nazionale, che ha chiuso il direttivo della Cgil provinciale di Perugia che si è tenuto ad Umbertide lunedì 11 luglio.

cgil tessuto socialeUn’occasione importante per fare il punto sulla situazione del nostro territorio, dove la ripresa è ancora solo sulla carta. Le strutture del sindacato e il sistema servizi sono invasi dai problemi che i cittadini e i lavoratori hanno tutti i giorni. E questo può portare, anzi sta portando  ad una crescita della difficoltà sociale che a sua volta allontana la possibilità di un’inversione di tendenza.

L’equilibrio sociale vacilla anche in Umbria, come dimostra anche il dato molto preoccupante della deflazione che nel perugino ha fatto registrare nell’ultima rilevazione un -0,7% su base annua. Come abbiamo sottolineato più volte la deflazione è il peggiore dei mali, perché alimenta una crisi che si avvita sempre di più, incidendo negativamente sul debito pubblico e privato.

L’altro dato preoccupante arriva dall’Osservatorio nazionale dell’Inps sul precariato: crollano nei primi 4 mesi del 2016 i nuovi contratti a tempo indeterminato in Umbria, con una contrazione di circa il 50% nell’arco di un anno, la più alta a livello nazionale (considerate che la media del paese è del 35,1%). Infine, per quanto riguarda i voucher, strumento di precarietà estrema, nei primi 4 mesi del 2016 siamo in aumento di +69,5% sul 2014 e un +41,8% sul 2015.

Il territorio provinciale e quello umbro stanno vivendo una situazione di difficoltà strutturale, che impone politiche economiche alternative a livello, locale, nazionale ed europeo. Occorre urgentemente valorizzare il lavoro e rilanciare come sosteniamo da tempo attraverso proposte concrete, quali il nostro Piano del Lavoro. E proprio da quel Piano intendiamo rilanciare la nostra iniziativa, con l’elaborazione di una piattaforma territoriale che possa poi confluire, attraverso il confronto e la collaborazione con Cisl e Uil, in un Patto regionale per il lavoro. Solo così sarà possibile cambiare davvero rotta.

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