Perugia, ladro ucciso: interrogatori in corso

Forse ucciso da un proiettile di rimbalzo, partito dalla pistola di un carabiniere, il colpo fatale nell’inseguimento di Ponte Felcino. Si cercano i complici che hanno abbandonato il corpo

Condividi questo articolo su

All’inizio sembrava un semplice furto, come ne accadono tanti in zona. La prima versione parlava di spari dei malviventi verso gli uomini in divisa che li avevano colti sul fatto. Poi è stato trovato il cadavere di uno dei ladri e allora se n’è dedotto che gli uomini in divisa avessero risposto al fuoco. Ora addirittura sembrerebbe che dall’auto in fuga non sia partito alcuno sparo e che il proiettile che ha ucciso il ladro albanese fosse di un’arma dei carabinieri.

Proiettile di rimbalzo

Il luogo del furto

Sono tutti aspetti che accerterà la procura di Perugia, che intanto però ha iscritto nel registro degli indagati i due carabinieri e il vigilante privato intervenuti sul posto. L’ipotesi di reato è omicidio colposo determinato dall’eccesso, sempre colposo, di legittima difesa. Si tratta ovviamente di un atto dovuto a garanzia dei diritti difensivi dei tre. Eseguita intanto nella mattinata di venerdì l’autopsia sul corpo della vittima: è stata così recuperata l’ogiva che – secondo indiscrezioni rilanciate da Ansa – sarebbe deformata a causa di un rimbalzo e, in base a una prima ipotesi, potrebbe essere compatibile con i proiettili in dotazione ai carabinieri.

Il furto nella notte

Tutto è accaduto nella notte fra mercoledì e giovedì. Poco prima delle 5. I ladri sono entrati dall’ingresso principale, forzandolo e portando via sigarette e valori bollati. L’allarme della tabaccheria ha portato all’intervento sul posto di vigilanza privata e carabinieri, ma i ladri – dalle prime ricostruzioni erano in tre – si sono dati subito alla fuga. Sembrava non ci fossero stati feriti. Non era nemmeno chiaro, in un primo momento, se vigilantes e carabinieri avessero sparato. Evidentemente sì, visto che nelle prime ore del mattino è stato rinvenuto il cadavere.

Gli interrogatori

I rilievi sul corpo

Mentre era in corso l’autopsia della vittima, è stato interrogato il capo pattuglia dell’Arma che ha ricostruito le fasi dell’intervento, sostenendo di avere cercato di bloccare l’Audi A6 dei ladri con la propria vettura di servizio, una Panda. I colpi sarebbero stati esplosi nel momento in cui i malviventi sono fuggiti speronando il mezzo della vigilanza privata di avere esploso due colpi di pistola verso le gomme. Ha anche spiegato di avere udito degli altri spari, non sapendo però spiegare se si trattasse di quelli del collega, del vigilante privato o dei ladri. Nel pomeriggio di venerdì l’interrogatorio del vigilante, sabato mattina quello dell’altro carabiniere.

Esami balistici

Ovviamente saranno fondamentali a questo punto gli esami balistici su tutti i bossoli recuperati nell’area del furto e sull’ogiva del proiettile che ha colpito alla testa la vittima. Dai rilievi sembrerebbe siano stati sparati almeno dieci colpi nel corso del breve inseguimento. Proseguono le indagini e le ricerche da parte dei carabinieri per risalire agli altri due o tre malviventi che hanno partecipato al furto. L’auto è stata individuata in una via lontana alcune centinaia di metri dalla tabaccheria. All’interno c’era ancora la refurtiva (se tutta o solo una parte anche questo dovrà essere verificato).

La vittima è albanese

Eduart Kozi, 50 anni, albanese, sposato e padre di un figlio, in tasca un permesso di soggiorno. Alle spalle tanti reati, soprattutto contro il patrimonio. Già arrestato nel 2014 con l’accusa di aver messo a segno una serie di furti tra Collestrada, Deruta, Torgiano e alcune località del Tifernate. In carcere fino al 2017, espulso, rientra per un processo. E ricomincia a delinquere. La sua vita è finita sul sedile posteriore dell’auto con cui stava scappando dalla tabaccheria. Colpo alla nuca. Lo hanno ritrovato che aveva ancora guanti e passamontagna. I complici lo hanno lasciato in macchina nei pressi della stazione di Ponte Felcino. Abbandonata anche la refurtiva.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli