E come d’incanto si sbloccò Belladanza

Dopo la denuncia di umbriaOn, Gesenu e Sogepu trovano la strada per smaltire i cumuli di rifiuti parcheggiati a Ponte Rio. Ma Camicia chiede un sopralluogo

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di P.C.

Dire che sia tutto risolto è forse un po’ esagerato. Diciamo che, stando alle informazioni che faticosamente trapelano dalla sede di Ponte Rio (ricordiamo che Gesenu si rifiuta di rispondere alle domande di umbriaOn), da venerdì mattina dovrebbe lentamente cominciare lo sgombero del piazzale, dove sono ammassate le ‘balle’. Andranno a Belladanza, che fino alla mattinata di giovedì non poteva accoglierli (o almeno non col consueto ritmo, come Gesenu scriveva nel suo comunicato, parlando di ‘rallentamenti’) e poi d’improvviso di pomeriggio ha scoperto nuove opportunità di accoglienza.

In attesa di spiegazioni

Fino alla mattinata di venerdì – quando Gesenu dovrebbe diramare un comunicato stampa – non sarà dato sapere in che modo la situazione è stata sbloccata e quanto durerà questa situazione: se cioè si tratti di una soluzione tampone trovate da Sogepu (che gestisce l’impianto di Città di Castello) o se il rischio di blocchi nella raccolta dei rifiuti paventato da Gesenu nella sua nota sia stato definitivamente scongiurato.

Sopralluogo nell’impianto

Poche ore prima che saltasse fuori la soluzione, il consigliere Carmine Camicia, che con un post su Facebook aveva fatto divampare la vicenda, metteva nero su bianco la richieste di accesso al sito di Ponte Rio, inviata sia a Gesenu sia ai dirigenti comunali Piro e Zampolini, «al fine di poter effettuare un sopralluogo e verificare la situazione che riguarda le balle di rifiuti pressati non recuperabili presenti dentro il piazzale dell’azienda». Camicia, punto nel vivo dalla nota mattutina di Gesenu (che denunciava la diffusione di «inutili allarmismi»), ha specificato che le funzioni ispettive di consigliere comunale sono previste sia dal Tuel che dai regolamenti del consiglio: «Gesenu ha cercato di screditarmi e forse di intimorirmi con un comunicato in cui venivano fatte accuse gravi, peraltro in modo anonimo – racconta inviperito Camicia – mi piacerebbe conoscere il nome del dirigente dell’azienda che si è permesso di suggerire tali concetti all’interno di un comunicato istituzionale. Il mio compito è quello di adottare tutte le iniziative finalizzate a capire e a tutelare sia l’azienda, sia i dipendenti e sia i cittadini».

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