Perugia, si conclude Umbrialibri Politics. Marco Damilano: «Italia sintesi del disordine globale»

La prima edizione della rassegna si è svolta nel weekend

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Si è appena conclusa la prima edizione della rassegna Umbrialibri Politics dal titolo ‘Il nuovo disordine globale’. L’evento, promosso da Regione Umbria, Sviluppumbria, Agenzia Umbria ricerche e Centro nazionale del libro, si è svolto nel weekend nella sede della Fondazione Perugia in corso Vannucci, appunto, a Perugia.

Gli incontri della mattina

Nel mattinata è andato in scena l’incontro ‘La riscoperta della patria. Tra sentimento e politica’ con Alessandro Campi e Marco Damilano. «L’Italia è una sintesi del disordine globale, siamo in un mondo che cerca ancora un punto di crescita dopo quell’ordine, chiamiamolo così, che ha caratterizzato il mondo nel 1900 con la guerra fredda. Dopo c’è stata una stagione di grandi compulsioni, di grandi tragedie: le stiamo vedendo alcune in questi ultimi anni», è uno dei passaggi dell’intervento del giornalista Marco Damilano, presentando il libro ‘La mia piccola patria’. «L’Italia non può avere un ruolo se non dentro l’Europa, che però un ruolo non ha, e questa è una grande debolezza. In eventi come Umbrialibri si discute, si dialoga, si confrontano anche posizioni diverse. Una cosa che colpisce molto è come tutti i dibattiti siano molto partecipati, con un pubblico molto attento, molto esigente». Al secondo appuntamento della mattina ha preso parte anche il giornalista David Parenzo, protagonista, insieme al giornalista Duilio Giammaria, dell’incontro ‘Racconta la politica, descrivere la guerra, dire sempre la verità’. «La chiusura della Striscia di Gaza – ha detto – dimostra la grande difficoltà che riscontra il giornalista nel documentare gli scenari di guerra. Le uniche informazioni che filtrano provengono da fonti interne, ovvero le poche organizzazioni che risiedono sul territorio o dai giornalisti definiti embedded, coloro che si aggregano alle forze armate di uno Stato e seguono il conflitto in prima linea. Dunque è evidente la difficoltà che si ha nel raccontare la guerra, la complicazione è anche maggiore rispetto al passato. Fondamentale per il giornalista è trovare delle fonti indipendenti, molto difficili, però, da reperire».

La conclusione nel pomeriggio

Negli eventi del pomeriggio protagonista, tra gli altri, Costantino D’Orazio, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, nel suo intervento del titolo ‘Geopolitica dell’arte’, moderato dal direttore artistico di Umbrialibri, Angelo Mellone. «L’arte pubblica non ci sarebbe mai stata senza la politica – sostiene D’Orazio – e per arte pubblica intendo quella forma artistica che ha prodotto i monumenti, le città, che dall’antichità fino ai nostri giorni ha segnato ogni epoca. Noi per poter raccontare e capire come si è svolta la vita di un certo periodo storico andiamo a guardare l’arte che è stata prodotta in quello stesso periodo. L’arte risponde alle domande che le rivolge la politica. I libri, grazie al fatto che utilizzano le parole, sono un patrimonio collettivo e riescono a mediare il senso dell’arte». A seguire, l’incontro ‘Quello che al cinema non potremo più vedere’ con il critico d’arte Luca Beatrice e il giornalista Luigi Mascheroni. «Se oggi dovessimo girare di nuovo ‘Via con vento’ non lo gireremmo come nel 1939 e il problema è proprio questo: non si può leggere retroattivamente la storia. Con Luigi Mascheroni abbiamo montato più di trenta sequenze riguardanti il cinema italiano, dagli anni ‘60 in avanti, con l’obiettivo di far comprendere e vedere al pubblico contemporaneo questa situazione. Alcune battute razziste o omofobe che erano presenti nei film degli anni ‘60 ad oggi non potremmo più farle, ma dobbiamo capire il contesto in cui sono state pronunciate. Con il nostro docufilm vogliamo difendere la libertà dell’artista a esprimersi». Il giornalista Luigi Mascheroni riflette sullo stato attuale del cinema italiano: «Da un punto di vista generale nelle sale si registra un calo di afflusso, dovuto alla fruibilità dei film tramite le piattaforme online, ma quello che rimane ineliminabile e costante è l’idea del cinema, che racconta storie, che racconta il nostro mondo, che dà chiavi di lettura». Ernesto Galli della Loggia ha partecipato all’incontro ‘Gli italiani, la politica, la memoria’ e alla presentazione del libro ‘La politica della nostalgia’ di Giovanni Belardelli e Cristina Baldassini. «Il disordine globale vale per l’Italia perché l’Italia è nel mondo globale, è in contatto con altri Paesi. Nel mar Rosso c’è stata questa aggressione da parte degli Huthi, e ciò ha influito sul commercio internazionale, ci riguarda anche moltissimo, perché le merci che arrivano in giorni elementari passano anche dal Mar Rosso, dal Canale Suez, e quindi l’azione aggressiva impedisce a questa merce di arrivare, quindi aumentano i costi, il prezzo delle prime, il costo della vita sul mercato. Basti pensare all’inquinamento: è un fatto totalmente nuovo nella storia, rapportato alla globalizzazione».



Focus sul disordine globale: a Perugia c’è Umbrialibri Politics

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