Perugia, tecnica innovativa in ospedale

Per la prima volta in Italia è stata impiegata per risolvere una grave insufficienza surrenalica

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Una grave insufficienza corticosurrenalica risolta con una tecnica innovativa, impiegata per la prima volta in Italia all’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia. A metterla in pratica i sanitari della struttura complessa di medicina interna scienze endocrine e metaboliche, che sono intervenuti su una 42enne residente nella provincia di Treviso.

Il microinfusore

L’insufficienza La donna è stata dimessa domenica dopo sei giorni di ricovero: «Si è presentata – spiega il dottore Alberto Falorni – alla nostra attenzione una donna con insufficienza surrenalica e affetta da un raro deficit del citocromo P450, con multipli difetti enzimatici dei processi di detossificazione epatica, con numerose reazioni allergiche. Per tale motivo non era possibile un trattamento con le terapie standard orali a base di idrocortisone o cortisone acetato». Per i medici potrà tornare a breve a svolgere la propria attività di impiegata.

La tecnica Ad agire è stata un equipe di medici endocrinologi della struttura diretta dal professore Geremia Bolli – con lui Elisabetta Torlone e Francesca Cardini – che ha impiantato nella paziente un microinfusore per la somministrazione sottocutanea continua di idrocortisone non contenente eccipienti: «Prima volta – prosegue Falorni – in Italia che tale sistema, abitualmente utilizzato per il trattamento insulinico di pazienti con diabete mellito di tipo 1, viene adattato per la terapia dell’insufficienza corticosurrenalica. Per attuare la procedura è stato necessario chiedere una speciale autorizzazione del Ministero della salute. La strategia attuata ha avuto successo e la paziente è stata monitorata con normali livelli ematici ormonali che riproducono il normale ritmo circadiano del cortisolo». «La risoluzione – chiude l’ospedale – di questo complesso caso clinico conferma la competenza dei sanitari della Dimisem per offrire un adeguato trattamento dell’insufficienza corticosurrenalica a quei pazienti per i quali non è possibile utilizzare le terapie standard».

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