Perugia, Turreno: tante idee a confronto

Lunedì consiglio comunale aperto ai cittadini sull’ex cinema. Al centro della discussione rimane il numero dei posti della nuova sala

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di E.M.

Una partecipazione cittadina così, a palazzo dei Priori non si vedeva da tempo. Viene da tutte le parti politiche l’apprezzamento per come si è svolto il consiglio comunale aperto sul tema dell’ex cinema Turreno di Perugia. Una quindicina sono state le persone che si sono registrate sul sito del comune ed hanno preso la parola, tra rappresentanti del mondo delle associazioni e privati cittadini, mentre molti perugini sono arrivati solo per ascoltare. Ognuno, nei 7 minuti a disposizione, ha portato la sua proposta per la riapertura del Turreno, tra critiche e consigli. Se è ormai sicuro che al posto dello storico cinema nascerà uno spazio culturale, al centro del dibattito – aperto dall’assessore allo Sviluppo economico Michele Fioroni – c’è soprattutto la capienza e l’eventuale polifunzionalità.

Perugia consiglio Turreno copyDue ipotesi Tra le due opzioni che il Comune sta valutando dopo uno studio di fattibilità, presentate in consiglio dall’assessore, la differenza chiave riguarda l’investimento economico. La prima idea è di costruire un grande teatro con un’unica sala di 1.210 posti; la seconda è di sostituire a questa più spazi polifunzionali, che in tutto conterrebbero circa 200 posti in meno della sala unica. «La prima – ha sottolineato Fioroni – vale 4,6 milioni di euro mentre la seconda 4,1 milioni. Tra le due possibilità ci sono circa 600 mila euro di differenza, per questo ci troviamo a fare una scelta. Abbiamo a disposizione 3,1 milioni che l’Europa ci chiede di spendere per uno stralcio funzionale: con questi si farebbe platea e palcoscenico, mentre il soggetto gestore verrebbe chiamato a funzionalizzare gli altri spazi». Secondo l’assessore, dunque, la polemica sul numero dei posti è «paradossale»: se i tempi sono cambiati, la prima cosa a cui pensare è un modello economico che faccia a meno di un contributo pubblico. E soltanto la seconda opzione, quella più ‘piccola’ potrebbe evitare l’impiego di di soldi ‘comunali’.

PARLA L’ASSESSORE FIORONI – L’INTERVISTA

Puntare sulla cultura Proprio su questo punto, la posizione del Partito Democratico è opposta. Il consigliere Tommaso Bori, che ha preso la parola dopo gli interventi di tutti i cittadini, ha ribadito che «se il Comune vuole credere in questa sfida deve farlo anche trovando le risorse». Impensabile – secondo il PD – che in un bilancio di 380 milioni di euro all’anno non si trovino le risorse per finanziare il progetto dell’ex Turreno, considerato «parte integrante del rilancio del centro storico». Un altro errore, secondo Bori, sarebbe poi contaminare l’ex cinema di piazza Danti con altre logiche commerciali: «Un ulteriore food&beverage andrebbe a danneggiare il centro, mentre c’è bisogno di spazi per l’arte e la cultura».

PARLANO I CONSIGLIERI BORI E GIAFFREDA – LE INTERVISTE

La posizione della Regione Anche la Regione Umbria, con l’assessore alle Riforme Antonio Bartolini, ha ribadito di credere nel progetto, del quale sarà partner, soprattutto per un motivo: «Perugia, oltre che capoluogo, è anche la sede delle due università regionali ed ospita da anni manifestazioni culturali di rilievo». Ma c’è un fatto che desta preoccupazione: «L’intento delle parti era quello di arrivare al massimo del finanziamento, quindi bisognerà individuare un’ulteriore quota». Intanto, secondo l’assessore, bisogna capire che ruolo si vuole dare al Turreno: «Dev’essere la leva per lo sviluppo del centro storico o deve trovare le risorse al suo interno?». Per questo bisogna capire qual è «l’orientamento della città e per farlo non c’è modo migliore di un consiglio aperto con la cittadinanza».

Le idee C’è un tema sul quale tutti i cittadini ad aver preso la parola sono d’accordo. Ed è quello di destinare gli spazi dell’ex cinema ad attività esclusivamente culturali. «A Perugia c’è una realtà molto viva di produzioni indipendenti, di attività culturali dal basso e di associazioni – ha detto Angela Giorgi dell’associazione ‘Start’ – per questo non si può parlare solo di numeri ma anche di contenuti. La questione dei posti legata a cosa si vuole fare del Turreno, che dovrebbe diventare la punta di diamante dell’offerta culturale dell’Umbria e di tutto il centro Italia». Alla base di questa tesi, sostenuta da diversi attori del mondo della cultura perugino, c’è che per ospitare grandi eventi servirebbe un’unica sala grande. Fondamentale, per Roberto Biselli del Teatro di Sacco, riappropriarsi del centro storico come cuore culturale: ma produrre cultura «è impossibile senza intervento pubblico». E c’è anche chi non sposta la causa ‘grandi eventi’, come Massimiliano Celesini del consorzio di cooperative sociali ABN: «Guardando il Turreno abbiamo immaginato uno spazio che possa richiamare quelle persone che per la cultura hanno scarso interesse, come un museo multimediale, uno spazio inclusivo che consenta alle piccole realtà di portare contenuti».

Il progetto di ‘Sergio per la musica’ L’unica idea già ben strutturata – addirittura da due anni – di cui si è discusso, è quella presentata da Virgilio Ambroglini della fondazione ‘Sergioperlamusica’. «Noi abbiamo un nostro progetto – ha detto – una nostra visione, che si inserisce nel progetto di cosa sarà la città di Perugia nel futuro, tra ricostruzione e rigenerazione. Se oggi è vista nell’immaginario collettivo triste e morta, bisogna valorizzare il turismo e i grandi eventi culturali». Ma non puntare solo su quelli: «Abbiamo sempre pensato a una struttura polifunzionale aperta 365 giorni all’anno, con uno spazio per Umbria Jazz, per la musica, per le arti visive, i congressi scientifici, la danza e il teatro». La gestione? Quella di un «pool di soggetti perugini, gli stessi che utilizzano la struttura, insieme a Conservatorio e Università».

Riportare il centro in centro Altro leitmotiv del consiglio comunale è quello della necessità di ripopolare il centro storico. Turreno in primo piano, sì, ma pensando anche alle altre attività. Se per Roberto Biselli «la città è stata abbandonata dai suoi stessi abitanti», per Primo Tenca della Società operaia di mutuo soccorso, è importante rilanciare gli spazi dell’acropoli. «Si continua a costruire fuori – ha sottolineato – e i contenitori all’interno delle mura cittadine non vengono utilizzati, dal Lilli all’ex carcere di piazza Partigiani. Bisogna riportare gli abitanti a vivere la città, per questo il Turreno va inserito in una politica omogenea di valorizzazione e risanamento di questa bellissima città d’arte. La soluzione più credibile mi sembra quella di ‘Sergioperlamusica’».

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