Perugia, una giornata dedicata alla donna

Alla sala dei Notari, un’anticipazione dell’8 marzo. Tre storie di successo per parlare di parità di genere. Marini: «Uguaglianza è beneficio per tutta la società»

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Un chirurgo, un amministratore delegato, un prefetto: donne che testimoniano che la parità di genere, nel lavoro, è un obiettivo che può essere raggiunto da tutte. Sono state loro – Federica Burattini, Nicoletta Spagnoli e Angela Pagliuca  – le protagoniste del convegno alla sala dei Notari con cui Perugia ha scelto di celebrare, in anticipo, la festa della donna. Un evento organizzato dalla Prefettura in collaborazione con Regione, Provincia e Comune e moderato dal viceprefetto Angela Buzzanca, che ha messo in primo piano il racconto di tre ‘storie di successo’, come suggeriva il titolo dell’iniziativa. In rappresentanza delle istituzioni, la presidente della Regione Catiuscia Marini, l’assessore comunale alle Pari opportunità Edi Cicchi ed il prefetto Raffaele Cannizzaro.

«Beneficio per la società» Il saluto della presidente Marini parte da un libro che può essere preso come simbolo del cambiamento del ruolo della donna negli ultimi decenni. Si tratta di ‘Storie della buonanotte per bambine ribelli’, di Elena Favilli e Francesca Cavallo, dove al posto delle principesse compaiono le vite di 100 donne realmente vissute che hanno cambiato il mondo o semplicemente fatto qualcosa di grande superando tanti ostacoli, da Rita Levi Montalcini a Frida Kahlo. «Questo progetto – sottolinea la Marini – è un modo per portare le bambine a sognare qualcosa che serva alla società. Se questo libro fosse stato scritto in Umbria, probabilmente parlerebbe delle donne che siedono a questo tavolo. Abbiamo avuto poco tempo per esprimere forza e capacità, ma questa mattina dimostriamo la presenza di donne in ruoli importanti nella vita economica, sociale ed istituzionale del territorio. Se c’è talento e voglia di affermare le pari opportunità e l’uguaglianza, ne beneficia la società tutta».

La storia Caparbietà e sensibilità. Sembrano essere questi gli ingredienti perché una donna possa realizzare i suoi obiettivi in campo lavorativo. O almeno lo sono per il chirurgo e professore Federica Burattini, il cui intervento è stato accolto da un lungo applauso e un pizzico di commozione. Entrata in sala operatoria quando il bisturi era ancora una ‘cosa da uomini’, ha dovuto lavorare sodo per farsi strada in un mondo a prevalenza maschile ed è diventata una delle prime docenti universitarie di chirurgia in Italia. Nel suo curriculum figurano oltre 20 mila interventi e 160 pubblicazioni. Oggi ricorda quando al primo anno di università si presentò al primario dicendo che voleva fare il chirurgo e lui rispose «Ma lei è una donna, tra tre giorni cambierà idea». Quei tre giorni, invece, si sono trasformati in 46 anni durante i quali non è più uscita dal reparto di chirurgia generale ed oncologica, per dedicarsi, negli ultimi 15, quasi esclusivamente ai bambini. Un obiettivo, quello di essere chirurgo, perseguito giorno dopo giorno, tra tante difficoltà e sacrifici. «È una vita piena – racconta – di ansie, dubbi, ma anche di emozioni. Andare dal parrucchiere è un’impresa e non so come sia fatta una palestra, non c’è tempo per uscire né per avere una vita sociale, ma il sacrificio è ripagato dal sorriso dei pazienti che escono dall’ospedale sulle proprie gambe e dai bambini che incontri dopo la guarigione e ti saltano in braccio». Una passione grande che non si è mai affievolita, nemmeno dopo la perdita del padre e del marito, proprio per una di quelle patologie che cura quotidianamente. nemmeno dopo la perdita del padre e del marito, proprio per una di quelle patologie che cura quotidianamente. «Dopo 40 anni sono ancora innamorata del mio lavoro – continua –mi ha portato via tanto ma se tornassi indietro rifarei le stesse scelte». I figli? «Sono i 13-14 mila bambini che ho operato». 

Determinazione e passione Di donne come valore aggiunto nel mondo del lavoro, ha parlato anche Nicoletta Spagnoli, pronipote della fondatrice del marchio Luisa Spagnoli e attualmente amministratore delegato e presidente dell’azienda. «Mi sono trovata alla guida dell’impresa a 30 anni, dopo la morte improvvisa di mio padre – dice – ed ho dovuto affrontare varie difficoltà. Spesso di notte si dorme poco per i pensieri, ma i sacrifici sono ripagati dai tanti riscontri positivi». La Spagnoli è un’azienda particolarmente attenta alle donne, il continuità con la linea della fondatrice, che per prima introdusse gli asili nido in fabbrica per le dipendenti. Anche oggi, per coloro che lavorano in sede, c’è «il rimborso dell’asilo fino ai 20 mesi e un’ora di allattamento in più rispetto a quelle previste dalle norme vigenti», oltre che la mensa aziendale gratuita con tanto di ‘menu wellness’ per le più attente alla salute. «Il 90% dell’azienda è fatta da donne – spiega l’ ad – e le stiliste sono esclusivamente di sesso femminile. Una scelta non casuale, perché lavorare nel mondo della moda richiede gusto, sensibilità e versatilità. Una caratteristica, questa, tipica delle donne che sono abituate a far quadrare la vita familiare con quella lavorativa».

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