Piediluco e Marmore: «Rivedere i vincoli»

Perugia, il Comune di Terni lo chiede alla Regione: «Creano criticità evidenti e determinano situazioni disincentivanti sia a livello urbanistico che economico»

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La comitiva ‘pluripartisan’ – per il Comune di Terni c’erano Faliero Chiappini, Valdimiro Orsini, Marco Celestino Cecconi, Luigi Bencivenga, Patrizia Braghiroli e Renato Bartolini – ha parlato chiaro: la Regione deve declassare le Zone speciale di conservazione (Zsc) di Marmore e Piediluco (ex Sito di interesse comunitario ed ex Zona di protezione speciale), o comunque prevedere la possibilità di ridiscutere in merito ai piani di gestione.

L’audizione La richiesta è stata fatta alla seconda commissione del consiglio regionale: secondo i ternani «si deve ridiscutere e rivedere i vincoli vigenti sulle aree di Piediluco e Marmore, incluse nella ‘Rete natura 2000’ perché
creano criticità evidenti e determinano situazioni disincentivanti sia a livello urbanistico che economico. Si tratta di aree particolarmente dinamiche che rappresentano una importantissima filiera del turismo». Al proposito è tato ricordato che il consiglio comunale ternano si è già espresso in tal senso, approvando una proposta del consigliere comunale di Terni, Sandro Piccinini. In sostanza si chiede alla Regione di prevedere una nuova normativa che tenga particolarmente conto delle peculiarità del territorio (turistiche, sportive e culturali), ma anche di non dare corso ad un nuovo piano del Parco del Nera (approvato nel 2012) ed utilizzare invece quelle risorse per la predisposizione di una variante ai piani di gestione per le aree in questione.

La replica Il responsabile della sezione ‘Tutela e valorizzazione sistemi naturalistici’ della Regione, Raoul Segatori, ha spiegato che «L’Umbria ha provveduto, a differenza di altre Regioni italiane, ad applicare fedelmente la normativa. Il centro abitato di Piediluco – ha poi spiegato – è escluso dal vincolo di valutazione di incidenza e per facilitare le procedure è stata introdotto lo screening ambientale che sostituisce la procedura di non incidenza». Sulla richiesta di declassamento, però, non sono mancati i dubbi espressi da parte dai commissari regionali in quanto, è stato rimarcato, si tratta di una competenza che non riguarda soltanto la Regione.

Il Piano Anche perché, è stato fatto notare, oltre all’urbanistica, il tema è collegato anche all’ambiente e quindi collegabile al prossimo Piano paesaggistico regionale: il presidente della commissione, Eros Brega ha comunque assicurato che, quando il documento arriverà a Palazzo Cesaroni per l’iter di approvazione, sarà dato corso ad audizioni con tutti i soggetti interessati e quindi anche con le istituzioni locali che potranno esporre in maniera strutturata le proprie proposte.

 

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