‘Pizzini’ e telefonate dal carcere: due arresti

Terni, detenuti affiliati alla Sacra corona unita impartivano ordini. La Penitenziaria li ha scoperti. Indagine sull’asse Puglia-Umbria

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Due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti detenuti – pugliesi di 32 e 39 anni – ritenuti promotori e ‘capi’ di un’associazione di stampo mafioso, appartenente ad una frangia della Sacra corona unita, operante nella zona di Brindisi.

Il comandante Gallo

Arresti e perquisizioni Sono state eseguite martedì mattina dagli agenti della polizia penitenziaria di Terni, coordinati dal comandante Fabio Gallo. I due soggetti sono stati anche sottoposti a perquisizione al pari di altri detenuti, ristretti a Terni e non solo, ritenuti vicini agli stessi.

Dodici arresti All’origine, la complessa indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Lecce ed eseguita dalla squadra Mobile di Brindisi che, su impulso e con la collaborazione della polizia penitenziaria di Terni, ha portato all’arresto di dodici persone in totale.

Il plauso Il comandante Gallo esprime «apprezzamento nei confronti del personale per la dedizione con cui è stata espletata la particolare attività investigativa ed anche per la preziosa sinergia con la squadra Mobile di Brindisi».

Pizzini e telefonate Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due – storici affiliati alla Scu – attraverso ‘pizzini’ ed un telefono cellulare introdotto fraudolentemente nel carcere di Terni, avrebbero continuato a gestire gli interessi malavitosi «ricompattando un agguerrito gruppo criminale, fornendo agli appartenenti all’associazione specifiche disposizioni e impartendo ordini da adottare sul territorio provinciale brindisino».

Da romanzo il piano escogitato da uno dei due destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare – il 39enne – per fuggire dal carcere di Terni. Attraverso un familiare, che lo aveva nascosto nella cintura dei pantaloni in occasione di un colloquio presso la casa circondariale di vocabolo Sabbione, il detenuto era entrato in possesso di un ‘filo diamantato’ per tentare di segare le sbarre della propria cella. La scoperta è stata seguita da numerose perquisizioni nei confronti di persone già detenute, coinvolte direttamente nell’indagine o sospettate di avere contatti con gli arrestati.

Il plauso del Sappe Il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe si complimenta con gli agenti ternani per la brillante operazione: «Particolare apprezzamento ed un plauso vanno doverosamente rivolti al personale che, ancora una volta, ha mostrato altissima professionalità e spirito di sacrificio, fornendo un contributo determinante per il buon esito dell’attività investigativa nonostante le croniche carenze di organico e le difficili ed onerose condizioni lavorative». Apprezzamento viene espresso sia dal segretario generale del sindacato, Donato Capece, e dal segretario nazionale per l’Umbria, Fabrizio Bonino.

 

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