Polizia provinciale: «Terni, no a esuberi»

La promessa di presidente e vice della Provincia. L’Atc3: «La vigilanza è una risorsa della collettività»

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«L’obiettivo dell’amministrazione rimane esuberi zero». A dirlo, il presidente della Provincia di Terni, Leopoldo di Girolamo e il vice presidente Giampiero Lattanzi, a proposito della vicenda legata alla polizia provinciale.

La Provincia «Ribadiamo la volontà di tener fede all’impegno assunto sui posti di lavoro, in linea con quanto sempre affermato, e ribadito anche giovedì, dall’assessore regionale Bartolini». Per quanto riguarda la collocazione del personale della polizia provinciale nel portale nazionale, di Girolamo e Lattanzi dichiarano che «tale scelta non è dettata dalla decisione di procedere a esuberi, ma è stata invece assunta, così come in Provincia di Perugia e in altre Province italiane, in via provvisoria e precauzionale in attesa della discussione dell’emendamento proposto al governo per il comparto della polizia provinciale a livello nazionale». L’emendamento prevede, concludono, «una soluzione organica per sia come funzioni che come personale, ma se la proposta non verrà accolta ci troveremo di fronte allo smembramento del corpo. Tale eventualità non significherà comunque esuberi di personale».

Preoccupazione L’Atc3 dell’Umbria, le associazioni agricole e venatorie della Provincia di Terni, avuta notizia di un possibile scioglimento del corpo di polizia provinciale di Terni, si sono riunite per discuterne. «Esprimiamo grave preoccupazione – dichiarano in una nota – per le conseguenze negative che ciò potrebbe avere sul patrimonio faunistico del nostro territorio. Desta non poca preoccupazione la superficialità con cui si sta affrontando questa delicata problematica e denota una pericolosa leggerezza che trascura tutti gli aspetti professionali che attengono allo svolgimento di questa peculiare attività di servizio a garanzia di un bene comune».

Gravi conseguenze In particolare «la vigilanza, vista come tutela di risorse faunistico-ambientali è una risorsa della collettività. Ai sensi di legge, la polizia provinciale riveste un ruolo di primo piano in merito all’attività di vigilanza sull’esercizio della caccia, per la prevenzione e repressione dei vari fenomeni di bracconaggio e sulla tutela della fauna selvatica, anche di quella minore. Sovrintende alle attività di recupero, ripopolamento, censimento, piani di controllo, protezione e per quanto concerne la fauna selvatica. La soppressione comporterebbe gravi conseguenze per la gestione del territorio in generale.

Cattura o abbattimento Gli addetti della polizia provinciale, si legge ancora nella nota, «sono spesso impiegati anche in operazioni di cattura o abbattimento, per ordine o su richiesta delle autorità, di animali problematici o pericolosi, nella maggior parte dei casi anche sfuggiti alla cattività. Quanto sopra comporterebbe la messa a rischio dei risultati ottenuti dagli interventi dall’Atc3 e delle associazioni suddette nel mantenimento e incremento della fauna selvatica sul territorio. La soppressione comporterebbe l’impossibilità per le guardie volontarie delle associazioni di proseguire negli interventi di controllo e di vigilanza del territorio. Chiediamo che la Regione garantisca l’esistenza e la continuazione dei servizi della polizia provinciale, di stanza a livello territoriale e semmai rafforzi l’attività di controllo e di vigilanza sul patrimonio faunistico».

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